L’attività complessiva delle imprese nell’area euro è finita a livelli di contrazione
L’attività imprenditoriale nell’Eurozona ha subito un brusco peggioramento a settembre, con l’indice composito Pmi (Purchasing managers index) sceso a 48,9 punti dai 51 punti di agosto.
Secondo S&P Global, il sondaggio, tradizionalmente condotto tra coloro che si occupano di ordini e approvvigionamenti, è sceso ai minimi da otto mesi e al calo mensile più marcato degli ultimi 15 mesi.
L’indice del settore manifatturiero è sceso a 44,8 punti, il livello più basso degli ultimi nove mesi. In queste indagini, 50 punti rappresentano il confine tra crescita e contrazione dell’attività.
“L’eurozona si sta dirigendo verso la stagnazione”, afferma Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank.
“Dopo le Olimpiadi, che hanno temporaneamente stimolato la Francia, la principale economia dell’eurozona, il Pmi composito di settembre ha registrato il calo maggiore degli ultimi 15 mesi. Dato che l’indice Pmi è crollato al di sotto della soglia di espansione e gli ordini nuovi e di lavorazione sono in rapido declino – aggiunge – non ci vuole molta immaginazione per prevedere un nuovo indebolimento dell’economia”.
Secondo l’economista, l’occupazione nel settore manifatturiero è scarsa. I datori di lavoro stanno riducendo i dipendenti al ritmo più veloce da agosto 2020, mentre allo stesso tempo la crescita del numero di dipendenti nel settore dei servizi è rallentata per il quarto mese consecutivo. I dati ufficiali sull’occupazione nell’area dell’euro sono stabili per il momento, ma si prevede un peggioramento nei prossimi mesi.
Ciro Di Pietro
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