Vogliamo una Strategia nazionale agricola concreta e reale
Roma, 23 set. (askanews) – “L’obiettivo che ci poniamo è mettere in campo interventi concreti per realizzare un diverso modello di sviluppo sostenibile e un’economia produttiva in grado di generare valore e consentire ai giovani di restare nelle terre dove sono le loro radici”. Così il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo, è intervenuto nel corso dell’incontro dedicato alle aree interne che si è tenuto nell’ambito di Divinazione Expo 24 a Ortigia, e che ha avuto come focus la Strategia nazionale agricola per le aree interne che sarà messa a punto dal Masaf, in collaborazione con Unioncamere e con il contributo delle organizzazioni di settore.
In Italia, ha ricordato D’Eramo, le aree interne “rappresentano circa il 60% dell’intera superficie del territorio nazionale e il 52% dei Comuni, dove risiede il 22 per cento della popolazione”. “Il settore primario è il fulcro di uno sviluppo che tiene insieme la cura del territorio, la sostenibilità, la conservazione di un patrimonio unico di prodotti tipici, tradizioni e saperi che rischiamo in parte di perdere se non freniamo lo spopolamento”.
Nelle aree interne operano oggi 325mila imprese agricole e 20.000 imprese dell’industria alimentare (di cui circa settemila in forma cooperativa), che costituiscono circa il 49% del totale nazionale. Complice inoltre la pandemia questi territori sono stati riscoperti con una crescita degli arrivi turistici tra il 2019 e il 2023 di quasi il 7%, e un numero di agriturismo circa quattro volte superiore al resto del Paese.
“L’Italia – ha affermato D’Eramo – può diventare un modello di riferimento anche per quanto riguarda le azioni di rilancio delle aree interne e di montagna. Per questo accendere un faro sul tema in occasione delle iniziative legate al G7 Agricoltura ha un profondo valore. Vogliamo mettere in campo una Strategia nazionale agricola – ha concluso il sottosegretario – incentrata sulla concretezza e che risponda alle esigenze reali di territori e imprese. Il settore primario ha tutte le caratteristiche per essere protagonista di un virtuoso processo di crescita, contribuendo così a mantenere vivo il cuore dell’Italia”.