Ue elimini norme vessatorie su sanzioni a produttori biologici
Roma, 23 set. (askanews) – Oggi si celebra il biologico in tutta Europa: tuttavia, secondo il presidente di AIAB Giuseppe Romano, c’è ben poco da celebrare, sia a livello europeo che nazionale. “Non bastava la guerra, l’inflazione, la crisi climatica ed energetica, le retromarce politiche, le difficoltà burocratiche. Adesso – dice Romano – per l’agricoltore biologico italiano arriva un’ulteriore picconata: il Decreto Non Conformità (approvato nel luglio scorso) che considera l’agricoltore biologico un truffatore di default, a meno che non dimostri la sua buona fede. Un quadro normativo che impone sanzioni che vanno dai 2mila ai 100mila euro, un paradosso rispetto ad altri settori alimentari dove non esistono sanzioni economiche di questa entità. Una presunzione di colpevolezza inaccettabile che deve essere urgentemente riconsiderata”.
Per non conformità si intende un’infrazione, rispetto alle norme del Regolamento europeo, che nella maggioranza dei casi è di entità lieve o di tipo amministrativo e documentale. Infatti il produttore bio deve gestire una normativa molto complessa e può succedere che commetta degli errori, che vanno comunque sanzionati, perché il soggetto che va maggiormente tutelato è sempre il consumatore.
“Quello che non è accettabile è la sproporzione della punizione”, spiega Aiab ricordando che il prodotto può essere soppresso o il terreno in questione può essere dichiarato non più biologico e tornare in conversione. Come succede per tutti gli altri prodotti delle altre filiere, compresi i Dop e Igp. Ma quello che è incomprensibile sono multe economiche sproporzionate che possono portare al fallimento e alla chiusura dell’azienda”.
“La norma – dice Romano – si inserisce inoltre in un contesto europeo che ha visto in questi ultimi mesi, a seguito della cosiddetta protesta dei trattori, una brusca retromarcia sulle politiche di sostenibilità: una completa deregolamentazione nel campo delle NBT (i nuovi OGM) e o stop al SUR, il regolamento che prevedeva il blocco dei pesticidi entro il 2030. Il tutto a favore delle lobby degli agrofarmaci”.
“In un giorno in cui il biologico viene celebrato con tante belle parole, è necessario chiedere che queste norme vessatorie vengano disapplicate”, chiede Aiab. “Per fermare questo attacco frontale – conclude Romano – l’intero comparto dell’agricoltura biologica in Italia e tutte le organizzazioni ad esso connesse, devono costituire un fronte comune, che permetta di rispondere puntualmente a tutte le illazioni e le congetture che il Governo e le sue articolazioni politiche mettono in campo con l’obiettivo di smembrare un intero settore”.