Ma è ancora buio su chi abbia prodotto dispositivi esplosi

Roma, 20 set. (askanews) – La procura distrettuale di Shilin, a Taiwan, ha perquisito gli uffici dei produttori di cercapersone Gold Apollo e BAC Consulting KFT nell’ambito dell’indagine sulla esplosione simultanea dei dispositivi in Libano, martedì, che ha causato morti e migliaia di feriti.

L’esplosione sarebbe stata innescata, secondo sospetti ampiamente diffusi, dai servizi israeliani per colpire il movimento sciita libanese Hezbollah: i cercapersone erano usati dagli operativi del gruppo in luogo dei cellulari, più facilmente tracciabili.

I procuratori – secondo quanto ha riferito l’agenzia di stampa taiwanese CNA – hanno sequestrato libri contabili, contratti, accordi di autorizzazione e documenti di esportazione per chiarire il processo di produzione dei cercapersone, oltre a contratti effettivi, royalties e dettagli sulla condivisione dei profitti tra Gold Apollo e l’ufficio di BAC a Taiwan.

Inoltre, ieri i procuratori hanno interrogato Hsu Ching-kuang, presidente di Gold Apollo, la società taiwanese che, secondo i media stranieri, sarebbe stata l’azienda da cui Hezbollah ha ordinato i suoi cercapersone.

Parlando ai media mercoledì, Hsu ha dichiarato che il lotto di cercapersone esploso è stato prodotto dall’azienda ungherese BAC Consulting KFT, che è diventata distributore dei prodotti Gold Apollo in alcune aree tre anni fa.

Secondo Hsu, meno di due anni fa BAC ha iniziato a produrre autonomamente i cercapersone, continuando a utilizzare il marchio Gold Apollo.

L’Ufficio dei procuratori ha comunque scoperto che BAC a Taiwan ha un ufficio, registrato sotto il nome di Apollo Systems Ltd. La società, con sede in un edificio commerciale nel distretto di Neihu a Taipei, è stata ufficialmente registrata presso il governo della città di Taipei l’11 aprile di quest’anno. Le sue attività commerciali includono la vendita all’ingrosso di materiali elettronici e la vendita al dettaglio di apparecchiature per telecomunicazioni, secondo le autorità.

Dal canto suo, il portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs ha dichiarato in un post su X che BAC è solo “un intermediario commerciale, senza sito di produzione o attività in Ungheria”. Insomma, è ancora buio su chi abbia prodotto i cercapersone.

Il ministro della Difesa di Taiwan, Wellington Koo, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa taiwanese CNA, ha comunque dichiarato ufficialmente che Taiwan non ha nulla a che fare con le esplosioni di cercapersone in Libano: “Non c’è motivo di coinvolgere Taiwan in modo irragionevole in questa vicenda”, ha detto il ministro durante un intervento in parlamento.

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