In Emilia Romagna potenziare le opere già iniziate
Roma, 19 set. (askanews) – Stessi luoghi, stesse aziende, medesimi danni: questo ha provocato l’intensità delle piogge che sta mettendo a dura prova il territorio Emiliano Romagnolo. “L’agricoltura è ancora sott’acqua – commenta Stefano Francia, presidente di Cia- Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna – e quel che più colpisce è che sono le stese aree coinvolte dall’alluvione del 2023, laddove erano state ripristinate le numerose criticità nei campi, ora occorre ricominciare da capo”.
Partendo dall’Emilia, nel bolognese il fiume Idice ha rotto poco più a valle rispetto al maggio 2023 dove i lavori di ripristino sono tuttora in atto. L’area allagata in destra del fiume è la stessa già interessata nello scorso anno, in particolare nella zona di Selva Malvezzi. Il torrente Quaderna è esondato nella sponda destra provocando allagamenti in zona Fiorentina e Sant’Antonio. Anche il Sillaro ha rotto nella sponda sinistra nella zona di Castel Guelfo. L’Appennino bolognese ed alcuni territori di Imola non sono rimasti indenni perché sono stati segnalati smottamenti e aree allagate.
“Pure in Romagna la situazione è tragica e sta vivendo un dejavù con centri abitati come Cotignola, Bagnacavallo, Forlì, Faenza che sono in situazioni di criticità – ricorda Francia – dove anche il Fiume Montone è straripato di nuovo. I ripristini che erano stati a termine in molti casi sono da rifare con perdite ingenti di danaro e produzioni per il prossimo anno, senza contare il danno sulle colture ancora in atto come barbabietole da zucchero e pomodoro da industria. Insomma, anche questa è una annata da dimenticare – prosegue Francia – Saremo di supporto agli agricoltori ed esprimiamo la nostra vicinanza alle popolazioni alluvionate – conclude Francia – con l’augurio che i lavori di ricostruzione continuino e che portino a un lavoro di potenziamento delle opere già avviate”.