Spreco maggiore del 9% rispetto alla media nazionale

Roma, 16 set. (askanews) – Più sprechi alimentari al Sud e al Centro Italia che al Nord. E’ quanto emerge dal rapporto internazionale Waste Watcher 2024, “Lo spreco alimentare nei Paesi del G7: dall’analisi all’azione”, curato dall’Osservatorio Waste Watcher International-Campagna Spreco Zero, presentato oggi a Roma.

Da rapporto si evince che il Sud e il Centro sono le aree dove lo spreco è maggiore, con un +9% rispetto alla media nazionale (al sud 747 g pro capite a settimana, al centro 744 grammi pro capite), mentre il Nord è relativamente più virtuoso con un -11% sempre rispetto alla media nazionale (606,9 grammi pro capite).

Sulle strategie per contrastare il fenomeno, gli italiani mostrano una disponibilità marcata ad adottare comportamenti anti-spreco, con l’87% disposto a congelare i cibi e l’86% a utilizzare il cibo appena scaduto se ancora buono. T

uttavia, la disponibilità a donare cibo cucinato in eccesso (63%) e ad acquistare grandi quantità di cibo per surgelarlo (62%) è inferiore, suggerendo che le barriere pratiche o la mancanza di una rete adeguata a tali pratiche potrebbero limitare l’adozione di queste strategie.

Solo il 29% conserva il cibo avanzato cercando ricette creative per riutilizzarlo, indicando una potenziale area di miglioramento nella gestione degli avanzi. Questo potrebbe riflettere una mancanza di competenze culinarie avanzate o una semplice carenza di tempo per sperimentare in cucina.

In sintesi, mentre vi è una forte inclinazione verso comportamenti di prevenzione dello spreco, esistono ancora aree in cui l’adozione di pratiche anti-spreco può essere migliorata attraverso l’investimento sistemico sull’educazione alimentare, sottolinea il rapporto.

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