Battista: salviamo la canapa industriale

Roma, 10 set. (askanews) – “L’intervento di stampo prettamente ideologico sulla canapa previsto nel cosiddetto ‘Ddl sicurezza’ rischia di tagliare irrimediabilmente le gambe a una filiera innovativa e in grande ascesa, che vale diverse centinaia di milioni di euro e che impiega circa 10mila lavoratori, con una fortissima incidenza di giovani imprenditori”. Lo ha ribadito il presidente della Copagri Tommaso Battista intervenendo ieri alla conferenza stampa “Salviamo la canapa industriale italiana”, organizzata alla Camera alla vigilia del voto in aula sul Ddl con disposizioni in materia di sicurezza pubblica.

“La canapa è una coltura resistente e a crescita rapida, che non necessita di trattamenti chimici – ha spiegato Battista – e ha un ridotto impatto ambientale e una bassa esigenza idrica, oltre a essere caratterizzata da una notevole efficacia nella fitodepurazione e nel contrasto al consumo di suolo; una coltura che, rispondendo in pieno agli obiettivi comunitari in materia di sostenibilità, tutela dell’ambiente e della biodiversità, andrebbe tutelata e promossa e non affossata”, ha osservato il presidente, ad avviso del quale “con il testo all’esame di Montecitorio si azzera completamente una filiera di eccellenza del Made in Italy, che contrariamente a quanto si vuole strumentalmente lasciar intendere, non ha nulla da spartire con le sostanze stupefacenti”.

“Il rischio concreto – ha continuato Battista – è la perdita di importanti fette di mercato a discapito della produzione straniera, con una conseguente delocalizzazione e minore competitività internazionale, per una pianta che può vantare un non indifferente ritorno in termini economici, rappresentando una rilevante fonte di integrazione e di diversificazione del reddito dei produttori agricoli; la canapa, infatti, garantisce fino a 30mila euro per ettaro, anche grazie alla sua notevole rilevanza per i tanti nuovi mercati della bioeconomia”.

“Reiteriamo pertanto il nostro accorato appello a tutti i parlamentari a valutare nel dettaglio le nefaste ricadute di una simile iniziativa legislativa, ragionando sull’opportunità, più volte caldeggiata dalla Copagri, di organizzare un confronto con tutti gli attori di una filiera – ha proseguito il presidente – che vanta una tradizione secolare nel Belpaese, il quale fino alla metà del secolo scorso era tra i maggiori produttori di canapa al mondo. Basterebbe riconvocare il Tavolo nazionale di filiera della canapa, insediatosi nell’ormai lontano 2021, ma mai più riunitosi, per fare i dovuti e necessari approfondimenti sulla materia e per portare avanti – ha concluso – il ragionamento avviato anni fa e finalizzato all’approvazione di un piano di settore”.

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