Babbel, ma 4 italiani su 10 mentono ancora durante le selezioni

Roma, 2 set. (askanews) – Il mese di settembre segna per molte persone la fine delle vacanze estive e comporta la necessità di doversi riadattare ai ritmi della routine lavorativa. Questo rientro al lavoro può essere vissuto in modi diversi, con un certo senso di malinconia oppure come un’opportunità per ricominciare, con nuovi stimoli e nuovi obiettivi.

Un italiano su cinque (19%) dichiara, infatti, di sentirsi in ansia in vista del ritorno al lavoro (percentuale che sale al 28% nei GenZers e al 23% per i Baby Boomers) e quasi 2 su 5 (36%) credono che l’effetto benefico delle vacanze durerà poco (41% tra i Millennials). Vi è però un 32% che afferma di sentirsi pieno di energie e pronto a ricominciare, con picchi del 39% per la Gen Z e i Millennials e del 37% per la Gen X. Sono questi i primi dati che emergono da una ricerca condotta da Babbel for Business, la piattaforma di Babbel che offre corsi di lingua per le aziende, commissionata all’istituto di ricerca Censuswide, volta ad individuare l’impatto della conoscenza delle lingue straniere nell’ambito lavorativo, tra buoni propositi, candidature per nuove posizioni lavorative e competenze “esagerate”.

In generale, in merito al “back to work”, a preoccupare maggiormente gli italiani sono la necessità di dover ricominciare ad un ritmo serrato (30%) e la difficoltà di bilanciare vita privata e lavorativa (26%). Questo ordine di priorità rimane invariato per le generazioni più adulte (per la Gen X rispettivamente 37% e 33% e per i Baby Boomer 33% e 26%), mentre cambia tra i più giovani, che mettono al primo posto la difficoltà di mantenere l’equilibrio vita-lavoro (40% tra i Millennials e 32% tra i GenZers) rispetto al dover lavorare intensamente (32% e 27% rispettivamente).

Oltre la metà degli italiani (57%) ritiene che imparare una lingua straniera possa aiutare ad affrontare lo stress da rientro al lavoro, percentuale che aumenta per i GenZers (73%) e i Millennials (66%). Per 6 italiani su 10 (61%, 64% per Gen Z e 72% per i Millennials), inoltre, vi è la convinzione che imparare una lingua straniera possa permettere di incrementare anche la fiducia in sé stessi e di migliorare la performance lavorativa.

Ed è forse proprio per questo che tra i buoni propositi del back to work spiccano la volontà di concentrarsi sull’imparare una nuova lingua (25% di preferenze) e migliorare quella che già si conosce (23%), preceduti solo dall’obiettivo di dedicare più tempo ad attività che possano aumentare il proprio benessere fisico e mentale (32%). Meno diffusi invece il voler ottenere una promozione (14%) e la volontà di cambiare lavoro (8%).

La conoscenza delle lingue straniere influisce anche sulla sicurezza con cui ci si candida per una posizione lavorativa: quasi 2 italiani su 3 (63%) hanno infatti dichiarato di aver rinunciato ad inviare la propria candidatura poiché ritenevano che la propria padronanza linguistica non corrispondesse ai requisiti richiesti. La percentuale sale fino al 75% nel caso dei Millennials e sfiora l’80% nel settore sanitario, in cui addirittura il 46% delle persone dichiara di dover rinunciare spesso a candidarsi. Una diretta conseguenza di questa paura può essere il fatto che quasi 4 italiani su 10 (37%) ammettono di aver mentito sulle proprie competenze linguistiche nel proprio curriculum o durante un colloquio di lavoro. L’incidenza di questa scelta cresce arrivando addirittura al 50% per la Gen Z e al 48% tra i Millennials. I settori in cui si tende a mentire di più sono risultati essere quello sanitario (con un 53% di persone che afferma di aver mentito) e quello legale (con il 51%, il 27% dei quali ammette addirittura di mentire spesso).

“Dall’interessante ricerca che abbiamo condotto è emerso anche come, nonostante il 43% degli intervistati dichiari che la propria azienda non stia ancora investendo in attività per i propri dipendenti, il 29% sarebbe interessato a seguire dei corsi di lingua se venissero proposti dal proprio datore di lavoro. Considerando l’importanza della conoscenza delle lingue per affrontare il rientro al lavoro e, più in generale, per sentirsi più sicuri e competenti in ambito lavorativo, le aziende potrebbero considerare l’opzione di offrire corsi linguistici. Questi non solo migliorerebbero le competenze dei propri dipendenti, ma contribuirebbero a migliorare la performance aziendale” dichiara Roberta Riva, Senior Manager di Babbel for Business.

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