Investimento 27 mln per nuovo impianto, da Mimit 10 mln a fondo perduto
Milano, 27 ago. (askanews) – Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha approvato la stipula di un accordo di sviluppo relativo a un investimento di oltre 27 milioni di euro con Tino Prosciutti. Tino Prosciutti è un prosciuttificio del Parmense presieduto dall’attuale presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che ne ha preso la guida dopo la morte del suocero, il fondatore, Lanfranco Fiandri.
L’accordo approvato da Urso prevede la realizzazione di un nuovo stabilimento industriale a Calestano (in provincia di Parma) dotato di impianti per la lavorazione della carne e di tutti i criteri necessari per ottenere l’ammissione al Consorzio dei produttori di prosciutto di Parma Dop.
Il ministero, spiega una nota, “in considerazione dello sviluppo tecnologico del processo produttivo proposto dall’azienda, in linea con il modello “Industria 4.0″ e dell’efficientamento energetico del ciclo produttivo”, sosterrà l’investimento con la concessione di quasi 10 milioni di euro (9.984.650 euro) di agevolazioni nella forma del contributo a fondo perduto. L’accordo sarà gestito da Invitalia che, per conto del ministero delle Imprese e del made in Italy, svolgerà l’istruttoria per l’eventuale l’ammissione alle agevolazioni.
Il programma di sviluppo, presentato il 15 aprile 2022 e annunciato a dicembre 2023 dall’azienda – specializzata nel settore della lavorazione e della produzione del prosciutto crudo destinato principalmente ai grossisti e al canale fuori casa e in nuovi prodotti per l’industria dei salumi – prevede, spiega il Mimit, un incremento occupazionale di circa 70 lavoratori a tempo pieno o con contratto di somministrazione, e avrà un effetto positivo sulla filiera di riferimento, anche in considerazione degli oltre 360 fornitori dell’azienda localizzati prevalentemente in Italia.
Grazie ai criteri strutturali tecnologicamente avanzati, il nuovo stabilimento, che andrà ad affiancarsi agli altri tre dell’azienda, potrà ottenere le certificazioni rispondenti alle normative per l’export negli Stati Uniti, in Canada e in Giappone, con un potenziale di crescita del fatturato derivante dai mercati esteri del +23%.