Presidente Leidaa: ci sono soluzioni alternative per impedire danni agli allevamenti

Roma, 24 ago. (askanews) – “Difenderemo sempre i lupi, splendidi animali che il presidente della Provincia autonoma di Bolzano vorrebbe abbattere”. Lo afferma in una nota la deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, commentando il decreto del Tar Bolzano. Infatti, dopo l’accoglimento dell’istanza cautelare ante causam, presentata da Leidaa con altre associazioni per chiedere la sospensione dell’autorizzazione all’abbattimento di due lupi in val Venosta firmata il 9 agosto dal Governatore Arno Kompatscher, la presidente del Tribunale amministrativo di Bolzano ha fissato la discussione della domanda cautelare al 24 settembre. Fino a quella data, circa due settimane prima del limite indicato nell’autorizzazione per effettuare gli abbattimenti, la validità del provvedimento è sospesa: “I lupi sono una specie rigorosamente protetta – aggiunge la presidente di Leidaa – e ci sono soluzioni alternative per impedire danni agli allevamenti, peraltro indennizzati”.

“La misura adottata dalla Provincia – sottolinea Brambilla nel comunicato – non è solo infondata e carente dal punto di vista giuridico, per le molte ragioni esposte nel ricorso. È frutto di una mentalità pregiudizialmente contraria alla convivenza con la fauna selvatica e in particolare con i grandi carnivori. Quella della convivenza, invece, è l’unica strada percorribile. La guerra ai selvatici condotta in questo Paese non ha alcun senso, il grilletto facile serve solo a compiacere alcune categorie economiche, ma si è sempre rivelato inefficace. In particolare non è affatto scontato che il prelievo di due lupi “a casaccio” metta fine alle predazioni, non si conoscono affatto gli effetti di uccisioni indiscriminate sui branchi di lupi. Non si capisce neanche, a detta dell’Ispra, come siano stati individuati i criteri per il “prelievo” introdotti dalla legge provinciale”.

Inoltre, prosegue la deputata, “il giudizio sulla conservazione della specie non può avere come fondamento uno studio di portata locale, per di più risalente a sei anni fa”. Dice altro la recentissima (11 luglio) sentenza della Corte europea di Giustizia contro l’Austria, sull’autorizzazione all’abbattimento di un lupo emessa dal Land Tirolo. I giudici europei chiariscono che lo stato di conservazione della specie deve essere valutato “soddisfacente” a livello territoriale e nazionale e soprattutto che le autorità devono esaminare “le altre soluzioni ipotizzabili”, senza considerare “determinanti” le loro implicazioni economiche e bilanciandole con l’obiettivo della conservazione. “Proprio ciò – conclude Brambilla nella nota – che la Provincia di Bolzano non ha fatto”.

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