Presentato al Meeting di Rimini il pledge dal titolo “Diamo forma al lavoro del futuro”

Roma, 23 ago. (askanews) – Valore D, l’associazione che da anni è al fianco delle imprese per sviluppare ambienti di lavoro capaci di valorizzare tutti i talenti, ha presentato al Meeting di Rimini il pledge dal titolo “Diamo forma al lavoro del futuro”, un patto proposto aziende per essere più attrattive nei confronti delle giovani generazioni che si affacciano al mercato del lavoro, e dunque più competitive e innovative.

All’interno del pledge sono raccolti i 9 principi dell’inclusività lavorativa emersi da una indagine realizzata insieme all’istituto di ricerche SWG che ha coinvolto un campione di giovani, tra i 18 e i 35 anni, neet, studenti in procinto di entrare nel mondo del lavoro e lavoratori all’inizio del loro percorso professionale: 1) apertura al dialogo e al confronto; 2) valorizzazione; 3) partecipazione; 4) disponibilità di luoghi, informazioni, risorse e tecnologie; 5) supporto allo sviluppo delle competenze; 6) equità e trasparenza; 7) sviluppo del benessere individuale e collettivo; 8) rispetto e protezione delle singole identità; 9) appartenenza.

Dall’indagine “Il lavoro inclusivo per le giovani generazioni” realizzata da SWG emerge che solo il 35% dei giovani è pienamente soddisfatto del proprio lavoro e che l’inclusione è un tema estremamente rilevante per le giovani generazioni. Il 36% rivela di aver subito o assistito in prima persona a pratiche di scarsa inclusione sul lavoro, situazione che rende i giovani più inclini a cambiare posto di lavoro rispetto alle generazioni precedenti.

Una quota che oscilla tra il 30-40% evidenzia invece un forte ritardo della propria azienda sui princìpi dell’inclusività lavorativa, in particolare sviluppo del benessere (42%), rispetto delle identità (40%), accoglienza (40%) e supporto alle competenze (40%). Quasi un giovane su due considera il mondo del lavoro in ritardo nell’attuazione di questi principi, a partire da apertura al dialogo (45%), rispetto delle identità (44%), accoglienza (43%) e sviluppo del benessere individuale e collettivo (42%). Soltanto una parte marginale che oscilla tra il 13 e il 17% ritiene che questi principi siano già molto diffusi nei contesti lavorativi. Infine, dall’indagine emerge che la metà dei giovani, nella ricerca di un nuovo impiego, sceglie aziende che garantiscono apertura al dialogo, supporto al benessere e alle competenze, l’equità e rispetto delle soggettività. A guidare questo cambiamento di paradigma nei criteri di scelta è soprattutto la Generazione Z.

“Con questo patto vogliamo costruire un ponte di dialogo tra giovani e imprese e, al tempo stesso, ampliare la prospettiva di aziende e istituzioni, partendo dalla consapevolezza che parlare alle nuove generazioni significa, prima di tutto, pensare alla crescita del Paese”, commenta Cristiana Scelza, Presidente di Valore D.

“Per disegnare il mondo del lavoro che le nuove generazioni vogliono, abbiamo ribaltato la prospettiva ascoltando coloro che ne saranno protagonisti nel prossimo futuro. Vorremmo che i/le leader delle aziende, prendendo atto del cambiamento culturale in atto, sottoscrivano questo pledge e si impegnino su un cambiamento delle loro organizzazioni che metta al centro il benessere delle persone, primo e più importante asset di ogni azienda”, aggiunge Barbara Falcomer Direttrice Generale di Valore D.

Il patto, in virtù delle finalità condivise sul futuro del lavoro giovanile, ha ricevuto il patrocinio di Y7 – Youth7, Engagement Group Ufficiale del G7 e da Young Ambassadors Society, l’associazione italiana no-profit Chair dell’Y7 2024, in collaborazione con la Presidenza italiana del G7.

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