“E’ una questione di diritti umani”

Roma, 4 ago. (askanews) – “Non riconosciamo i test Iba sul genere perché il loro procedimento non è lecito. Nessuno vuole tornare ai giorni in cui si facevano i test sui genitali”. E’ la dura presa di posizione del Cio, attraverso il portavoce Mark Adams, sulla disputa con la federazione mondiale di pugilato (Iba) per le due pugilatrici intersex presenti ai Giochi. Adams ha ribadito che il Cio non tiene conto dei test Dna, nel punto stampa quotidiano. “E’ una questione di diritti umani. Sono test non leciti, condotti in modo arbitrario. Una cosa è il dibattito sui social, un’altra la privacy e i diritti umani: quelli non si condensano in 140 caratteri”.

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