Alle elezioni ci sarà una lista ma io non corro
Roma, 2 ago. (askanews) – “Non voglio drammatizzare oltre misura, non è lo Spielberg e io non sono Silvio Pellico. Il posto è gradevole, la famiglia mi ha coccolato, ma ritengo francamente che le accuse, la tempistica, la dinamica e la carcerazione siano state un eccesso”. Lo dice in un’intervista al Corriere della sera, Giovanni Toti a cui è stata appena notificata la revoca degli arresti domiciliari che ha trascorso nella villetta familiare di Ameglia.
Toti dice di essere stato chiamato da tanti del suo schieramento: “Il presidente Mediaset Fedele Confalonieri. Crosetto, Donzelli, Lupi. C’è un lungo elenco”. E Salvini? “Certo, e l’ho ringraziato per la sua vicinanza”.
L’ex governatore aggiunge di aver provato “un profondo senso di ingiustizia e un po’ di impotenza, anche quella di un sistema politico che si è fatto mettere molto in subordine dal sistema giudiziario. Le intercettazioni dimostrano solo un pezzettino della scena. Ho trovato uno spaccato della mia vita costruito, montato, indirizzato e analizzato sul rapporto con un’unica persona, ma il trattamento che Spinelli ha avuto da me è stato lo stesso di tutti gli imprenditori della Liguria ai quali abbiamo sempre dato attenzione perché crediamo nell’impresa, che poi finanziassero i miei comitati oppure no, non aveva importanza”.
Ha molto colpito che an- dasse a trovare Spinelli in barca. Lo faceva con tutti? “Questo fa parte del moralismo di certa politica italiana che frequenta le barche però punta il dito contro gli altri – risponde -. Ho incontrato gli imprenditori ovunque. La narrazione è la seguente: io ho davanti come presidente due imprenditori. Uno è un finanziatore dei miei comitati elettorali da sempre, l’altro non mi ha mai dato un soldo. Entrambi hanno una pratica legittima pendente negli uffici regionali e chiedono un interessamento della politica per un celere disbrigo. Se alzo il telefono e sollecito per il mio finanziatore sono corrotto, se lo faccio per l’altro ho fatto un atto di indirizzo politico. C’è qualcosa che non torna”.
“Spinelli mi ha finanziato nei sei anni precedenti in cui non risultano interventi e ha continuato dopo. La pratica era legittima ed è stata approvata dall’Autorità portuale comunque – prosegue Toti -. Tutti atti legittimi istruiti dagli uffici e approvati da un comitato dell’Autorità sovrano. I finanziamenti sono tracciati. Il resto vuol dire valutare e giudicare la politica”.
Insomma “non c’era alcun accordo, nessun do ut des. Io non ce l’ho con la magistratura, ce l’ho con la politica che ha dato strumenti e leggi che hanno rotto l’equilibrio tra i poteri. Ho un profondo rispetto delle istituzioni e penso che i magistrati facciano il loro dovere. Dopodiché, penso che alcuni interpretino le norme in un modo che non condivido. Io sono convinto di non aver commesso alcun reato, loro pensano il contrario. La politica non si rende conto di aver abbassato talmente tanto le difese immunitarie e che oggi la giustizia si è arrogata una sorta di giudizio morale sulla politica. Vorrei che le forze politiche prendessero spunto da questa vicenda per un ripensamento del sistema politico, delle responsabilità dei politici, degli strumenti di controllo e del finanziamento della politica per tornare a darle almeno la dignità degli altri poteri dello Stato. Io oggi vivo l’espressione più grave di questo conflitto di poteri”.
Ci sarà alle elezioni? “Ci sarà una lista civica, con o senza il nome Toti. Io non mi candido”.