Soprattutto per fondi su flavescenza dorata e per Ips Typographus

Roma, 15 lug. (askanews) – Gli interventi previsti nel decreto Agricoltura avranno “ricadute importanti” anche in Veneto, e in particolare a Venezia. A spiegarlo la presidente di Cia Venezia Federica Senno, che sottolinea in una nota come “il comparto stia vivendo mesi diffcili a causa soprattutto dei cambiamenti climatici. Lunghi periodi piovosi si alternano ad altri estremamente caldi e siccitosi, in un’alternanza che manda in tilt la stagionalità e le produzioni”.

Tra i vari punti del Decreto, da sottolineare la moratoria sui mutui: La disposizione prevede che le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura che nel 2023 abbiano registrato una diminuzione del volume di affari pari almeno al 20% rispetto all’anno precedente possono avvalersi della sospensione per dodici mesi del pagamento della quota capitale della rate dei mutui e degli altri finanziamenti.

È stata introdotta una misura per rafforzare l’attività di controllo in materia di prevenzione e di contrasto al caporalato, allo sfruttamento lavorativo e al lavoro sommerso e irregolare. Si autorizzano sia l’Inps che l’Inail per l’anno 2024 ad assumere con contratto a tempo indeterminato nuove unità all’interno dei rispettivi organici con mansioni di ispettori di vigilanza.

Il fondo per il sostegno alle imprese agricole colpite dalla flavescenza dorata della vite “che tanti danni ha provocato soprattutto nella parte orientale della nostra provincia, a forte vocazione vitivinicola, è incrementato di ulteriori due milioni di euro nel 2024”.

Il fondo per le zone interessate dall’epidemia dell’insetto Ips typographus (Veneto compreso), è rideterminato per un importo pari a 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026. “Qui potremo usare queste risorse – aggiunge Senno – anche per il finanziamento e l’attuazione di azioni di monitoraggio, di lotta attiva, di formazione e informazione, nonché di ricerca e sperimentazione per il contrasto e la prevenzione delle infestazioni fitosanitarie”.

Viene prevista la nomina, fino al 31 dicembre 2026, di un Commissario straordinario nazionale per l’adozione di interventi urgenti volti a contenere e a contrastare il fenomeno della diffusione della specie invasiva del granchio blu.

“Ci sono infine norme per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili, colmando un vuoto di lunga durata e lamentato da più parti. Viene ribadito il divieto di installarle “in zone classificate agricole dai piani urbanistici vigenti” e individua altre aree: cave e miniere cessate, siti e impianti nelle disponibilità delle società del gruppo Ferrovie dello Stato italiane e dei gestori di infrastrutture ferroviarie nonché delle società concessionarie autostradali; siti e impianti nella disponibilità delle società di gestione aeroportuale. Ribadiamo la nostra disponibilità a collaborare con la Città Metropolitana, mettendo a disposizione i nostri tecnici, per intraprendere un percorso condiviso nell’individuazione delle aree di pregio da preservare”.

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