Frenata prezzi più lenta su servizi e voci connesse al turismo
Roma, 12 lug. (askanews) – In Italia l’attuazione degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza “procede in linea con quanto concordato a livello europeo”, sebbene “emergano alcune criticità, soprattutto nel Mezzogiorno”. Lo afferma la Banca d’Italia in un riquadro di analisi (intitolato “Lo stato di avanzamento dei lavori pubblici legati al Pnrr”), inserito nel Bollettino economico.
Sulla base dei dati più aggiornati delle Casse edili, per il 36 per cento delle gare del Pnrr bandite entro dicembre 2023 “era stata avviata la fase esecutiva; i lavori erano conclusi nel 18 per cento dei casi, mentre per il restante 18 – si legge – risultavano ancora in corso, spesso con ampi ritardi rispetto alle tempistiche stimate”. E “lo stato di avanzamento dei lavori è più lento nel Mezzogiorno”.
Bankitalia spiega che i dati dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e quelli delle Casse edili “permettono di valutare lo stato di avanzamento dei lavori pubblici legati al Pnrr. Sebbene emergano alcune criticità, soprattutto nel Mezzogiorno, il raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi previsti dal Piano per ogni semestre procede in linea con quanto concordato a livello europeo”. L’istituzione di Via Nzionale ricorda che la dotazione finanziaria del Piano, come originariamente approvato, era pari a 191,5 miliardi, di cui 120 assegnati a soggetti attuatori pubblici.
Secondo i dati dell’Anac, i bandi relativi agli interventi del Pnrr pubblicati tra gennaio 2020 e dicembre 2023 hanno assorbito complessivamente circa 56 miliardi di euro, corrispondenti a poco più della metà delle assegnazioni che richiedevano la pubblicazione di una gara.
Quasi l’80 per cento dell’importo messo a bando è destinato alla realizzazione di opere pubbliche, si legge, cui sono riconducibili più di 63.000 gare; a giugno scorso oltre due terzi di queste risultavano aggiudicate, in termini sia di numero sia di importi. Inoltre alcuni bandi, pur non risultando aggiudicati negli archivi dell’Anac, sono associati nei dati delle Casse edili a cantieri già avviati. “È quindi possibile stimare che, a causa di comunicazioni omesse o ritardate da parte delle singole stazioni appaltanti, la quota di bandi per opere pubbliche effettivamente aggiudicata sia più alta – aggiunge Bankitalia – e superiore ai tre quarti in termini di numero e di importi”.
Gran parte dei bandi, per lo più quelli di dimensione medio-piccola, sono stati pubblicati dalle Amministrazioni pubbliche territoriali e in particolare dai Comuni (79 per cento). Le Amministrazioni centrali hanno invece gestito solo il 6 per cento delle gare, che però,data la loro maggiore dimensione,assorbono il 41 per cento dell’importo totale. Relativamente alle sole gare gestite dalle Amministrazioni centrali per le quali si dispone di informazioni sulle esecuzioni, aggiunge l’analisi, i lavori aggiudicati e quelli già in corso rappresentavano rispettivamente oltre due terzi e più della metà dell’importo complessivo messo a bando.
Negli ultimi mesi in Italia “l’inflazione complessiva è rimasta su valori bassi e la componente di fondo si è ridotta lievemente. La disinflazione si è confermata più lenta per i servizi, per effetto sia delle componenti i cui listini si adeguano con ritardo all’andamento dell’indice generale, sia delle voci connesse con il turismo, per le quali la domanda resta elevata”, rileva, inoltre, la Banca d’Italia nel Bollettino economico.
Secondo le imprese “l’inflazione al consumo si manterrebbe al di sotto del 2 per cento nel breve e nel medio termine. Nelle nostre proiezioni – aggiunge l’istituzione riferendosi alle stime aggiornate a inizio giugno – l’inflazione al consumo si collocherà su valori contenuti, all’1,1 per cento quest’anno e a poco più dell’1,5 nella media del biennio 2025-26”.