Industria cerca di acquistare il prodotto a prezzi ribassati
Roma, 9 lug. (askanews) – No a tagli arbitrari sul prezzo del pomodoro dalla controparte industriale, gli accordi fatti vanno rispettati. Angelo Miano, presidente provinciale di Cia Capitanata, fa il punto della situazione in un periodo centrale per la campagna del pomodoro: “le notizie che ci giungono dai campi per la campagna del pomodoro ci preoccupano – dice in una nota – In alcuni casi, nonostante l’accordo sottoscritto sul prezzo che stabilisce 150 euro/tonnellata per il tondo e 160 euro per il lungo, la controparte dei produttori cerca di imporre valori anche significativamente più bassi. I patti non sono questi. Ci si attenga rigorosamente e con serietà all’intesa faticosamente raggiunta”.
Miano aggiunge che “spesso i compratori cercano di imporre un abbassamento del prezzo, facendo leva sul presunto stato di deterioramento di una quota-parte del carico. Vogliamo ricordare che questi aspetti sono già stati considerati, e ad essi è stato già dato un valore, in sede di sottoscrizione dell’accordo stipulato sul prezzo del pomodoro da industria per il bacino del Centro-Sud. Tagli ulteriori non sono né equi né fanno parte dei patti”.
Secondo Miano la parte industriale punta a “svendere il prodotto trasformato nei supermercati e, di conseguenza, non riesce a rispettare gli accordi sui prezzi da corrispondere agli agricoltori, utilizzando quella forbice contrattuale del +/- 20% per un ribasso. I produttori, inoltre, continuano ad affrontare la carenza di acqua a scopo irriguo. Difficilmente i campi di pomodoro potranno essere irrigati per tutto il periodo necessario lungo tutto il mese di agosto e anche a settembre inoltrato. Questo significa che una parte del prodotto andrà perduto”.
I rilievi effettuati portano a stimare in 31mila ettari la superficie di terreni agricoli, nel Centro-Sud, che quest’anno sono stati occupati dalle piantagioni di pomodoro. Nel 2023, furono circa 25mila. Vi è dunque un incremento pari a quasi 6mila ettari.