Con il progetto Red.Ort, condotto con Ri.Nova, Agronica e il Crea

Roma, 8 lug. (askanews) – Migliorare e stabilizzare il reddito delle imprese agricole utilizzando strumenti, tecnologie, tecniche e innovazioni “green” oggi disponibili sul mercato, a partire dalle coltivazioni fuori suolo. L’obiettivo finale è concreto: ottenere un incremento del 5% del reddito delle imprese agricole attraverso l’utilizzo di nuove strategie e tecnologie a basso impatto ambientale.

È questo l’obiettivo di RED.ORT, progetto che il Consorzio Agribologna ha condotto negli ultimi due anni in collaborazione con Ri.Nova, il CREA-OFA e Agronica Group. Un percorso lungo e articolato, svoltosi nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale dell’Emilia-Romagna 2014-2020, misura 16.2, che ha visto coinvolte in maniera diretta diverse aziende socie di Agribologna, protagoniste dell’innovazione e dell’ammodernamento dei propri processi produttivi.

Al centro del Piano di innovazione, cinque elementi ritenuti strategici per il rinnovamento delle aziende agricole: lo sviluppo delle produzioni fuori suolo, la riduzione del consumo idrico, l’incremento della capacità contrattuale del Consorzio Agribologna in fase di vendita, la creazione di una catena informativa aziendale attraverso una raccolta digitalizzata delle operazioni produttive e il coinvolgimento dei consumatori attraverso un programma di educazione alimentare.

“Attraverso questo progetto il Consorzio Agribologna ha avviato un piano di innovazione che tocca ogni componente del reddito d’impresa delle proprie aziende agricole – spiega Stefania Delvecchio, responsabile di progetto per conto di Ri.Nova – dalle pratiche agronomiche in campo fino alla raccolta e all’elaborazione dei dati di tutti gli anelli della filiera, passando per la contrattazione in fase di vendita per finire alle azioni di comunicazione nei confronti del consumatore”.

Per raggiungerlo, a una prima fase dedicata alla selezione dei settori e degli strumenti su cui investire ne è seguita una seconda per verificare l’adeguatezza tecnico-scientifica degli strumenti stessi. Una serie di test e sperimentazioni che hanno preso forma all’interno di aziende agricole socie di Agribologna specializzate nella produzione ortofrutticola. “Le coltivazioni fuori suolo – sottolinea Gianluca Baruzzi del CREA-OFA e responsabile scientifico di RED.ORT – sono in costante sviluppo e ad oggi si stima che occupino in Italia tra il 4% e il 10% della superficie ricoperta da serre”.

Nell’ambito del progetto sono state quindi studiate nuove tipologie di coltivazioni fuori suolo da adottare per la lattuga e la fragola, produzioni di forte interesse commerciale per Agribologna, e per il pomodoro. I vantaggi legati all’introduzione delle coltivazioni fuori suolo sono diversi ma anche le criticità non vanno sottovalutate: tra queste pesano gli elevati costi per la predisposizione e la gestione dell’impianto, oltre alla necessità di disporre di acqua di buona qualità e alla cura che necessitano le piante per evitare il rischio di asfissia radicale.

“La coltivazione fuori suolo potrebbe far aumentare la produzione di fragola e lattuga del 20% – ha detto Franco Linguerri, presidente del Consorzio Agribologna – che stando ai numeri di Agribologna significherebbe passare dagli attuali 2,5 milioni di kg di lattuga a circa 3 milioni e dai 50 mila kg di fragole a 60 mila. Prevedendo un risvolto positivo del progetto su circa il 30% delle produzioni è inoltre possibile stimare un aumento dei ricavi intorno all’1%, quantificabile in un beneficio economico di 600 mila euro. Il tutto riducendo al contempo l’impatto ambientale”.

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