Dall’8 al 12 luglio a Roma il comitato per la pesca della Fao

Roma, 4 lug. (askanews) – Dall’8 al 12 luglio si svolgerà a Roma la 36esima edizione del Comitato per la Pesca della Fao, il più importante forum intergovernativo globale in cui i paesi membri della FAO si incontrano per discutere di temi che riguardano pesca e acquacoltura. Il Wwf, con la sua campagna Our Future, ricorda che questo evento coincide con la ricorrenza del “Fish Dependence Day”, quel momento in cui l’Europa esaurisce virtualmente l’equivalente della produzione annua interna di pesce, molluschi e crostacei.

Con il 58% degli stock ittici sovrapescati, il Mediterraneo è il secondo mare più sovrasfruttato al mondo (contro il 37,7% degli stock ittici sovrasfruttati a livello globale), condizioni acuite dagli altri impatti cui è soggetto l’ecosistema marino, in primo luogo il cambiamento climatico.

Se nei primi sei mesi dell’anno avessimo consumato solo risorse dei nostri mari, da luglio alla fine dell’anno queste non sarebbero più disponibili e l’Europa dovrebbe ricorrere alle importazioni per sostenere la crescente richiesta dei consumatori. La domanda europea di prodotti ittici è infatti troppo alta: ogni cittadino europeo consuma in media circa 24 chili di pesce l’anno, e gli italiani superano la media con i loro 31,21 chili di pesce pro capite l’anno.

Tra le specie più colpite dai consumi eccessivi il nasello, la sardina, i gamberi (viola e rosa) e la triglia di fango. Questa situazione è ulteriormente aggravata dalla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN), che mette a rischio gli ecosistemi marini e le economie locali. Oltre alla crisi climatica, che mette a rischio ben la metà della produzione mondiale di pesce, con gravi conseguenze per le piccole comunità che vivono di pesca.

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