Teatro di inclusione e diversità dal 1987

Venezia, 30 giu. (askanews) – Il Leone d’Oro alla carriera della Biennale Teatro 2024 è stato consegnato alla compagnia australiana Back to Back Theatre nel corso della cerimonia di premiazione a Ca’ Giustinian a Venezia.

Fondata nel 1987 da un nucleo di artisti – Simon Laherty, Sarah Mainwaring, Scott Price – tutti diversamente abili, cui si aggiunge nel 1999 Bruce Gladwin come direttore artistico, Back to Back Theatre ha conquistato le platee di tutto il mondo nell’arco di trent’anni e con oltre trenta titoli. Opere che affrontano tematiche sociali, politiche, filosofiche mettendo in discussione la costruzione dei nostri immaginari e la nostra percezione della normalità. Un percorso costellato di premi, dall’International Ibsen Award nel 2022, all’Herald Angel Critics’ Award dell’International Edinburgh Festival nel 2014 e al Bessie Award di New York nel 2008 oltre ai tanti Green Room Awards collezionati in patria.

“I Back to Back Theatre, sotto la guida di Bruce Gladwin – hanno scritto i direttori artistici della Biennale Teatro Stefano Ricci e Gianni Forte – espongono la vulnerabilità degli organismi per amplificare il senso di una comunicazione che limita, che impedisce… I corpi in scena diversamente abili dei Back to Back, nei paesaggi distopici di un reale che ruggisce, al di là della rappresentazione artistica sono realmente presenti e assumono un significante altro. Una parabola visionaria di comunicazione che disintegra con ferocia poetica ogni pregiudizio, ogni stigma di compassione: se il corpo ha limiti espressivi, tali demarcazioni in scena diventano a loro volta grammatica differente. Le nostre paure, le puritane tolleranze, la cecità morale vengono soffiate via dalle fiabe crudeli dei mondi perigliosi dei Back to Back Theatre, dove la diversità è portatrice di amplificazione di conoscenza, di inclusione, per curare le deformità di consapevolezza di noi apparenti abili. Perché qualunque limitazione una persona possa sentire, spetta a noi in quanto consorzio umano il doverla rimuovere; questo fa la cultura, questo è il teatro da meritare, questo e molto altro è il Back to Back Theatre”.

In questa Biennale la compagnia ha portato lo spettacolo “Food Court”, uno spaccato di tenerezza e violenza che ha colto l’orrore di fondo della nostra società, i suoi vuoti, le disperate mancanze di affetto e di vicinanza che generano poi l’isolamento e le reazioni aggressive. Sul palco gli attori diversamente abili impersonano la sopraffazione, l’incapacità di vedere e ascoltare l’altro. Mettono in scena forme di odio che si rivelano, banalmente, essere quella della società, le nostre. Che viste da questa prospettiva spezzano il velo di ipocrisia e fanno, se possibile, ancora più paura.

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