Come “Draghi o Monti per anni” ma senza conti risanati
Nizza (Francia), 29 giu. (askanews) – Come aver avuto “Mario Draghi o Mario Monti” per anni e trovarsi di fronte – invece di conti risanati – a “una crisi delle finanze pubbliche che nessun governo ha mai visto”. L’effetto Macron oggi, nella Francia che va a votare in questo fine settimana, si è trasformato in rancore e rabbia in una fetta molto cospicua dell’elettorato. “Quindi l’argomento ‘siamo seri, responsabili, competenti, credibili ed efficaci’ non regge più”. Lo dice ad askanews Aquilino Morelle, già consigliere di Lionel Jospin a Matignon (1997-2002), poi di François Hollande all’Eliseo (2012-2014) e autore del saggio “La parabole des aveugles: Marine Le Pen aux portes de l’Elysée” (Grasset, 286 pagine) dove con largo anticipo su tutti aveva delineato il quadro che oggi si osserva.
Morelle, che definisce “decisione shock” l’annuncio delle elezioni parlamentari, dopo “lo schiaffo in faccia” per Emmanuel Macron delle europee, racconta un panorama complesso dove la personalità sicuramente molto forte del Presidente della Repubblica francese ha dominato anche queste fasi.
Ma per quanto tempo ancora dominerà? Morelle non esclude in futuro le dimissioni di Macron. “Non poteva, ha confermato in seguito, non voleva dimettersi subito, anche se credo che sia una delle prospettive a breve e medio termine, quindi gli è rimasto lo scioglimento del Parlamento”, afferma. “La sera del 9 giugno – continua – quando il risultato è stato reso pubblico, c’è stata una sorta di shock nella classe politica e in particolare nel Presidente. Perché bisogna capire il risultato delle europee: non è solo che il Rassemblement National è molto avanti con il 31,37% dei voti, che è notevole. Ma è stato più del doppio del risultato della lista di Macron: 14,8%. Ma soprattutto, è una specie di libera uscita in tutto il Paese. Vi fornirò alcune cifre per aiutarvi a capirlo: in Francia ci sono 577 circoscrizioni legislative. In 457 circoscrizioni, l’RN è in testa, ossia l’80% delle 577. In Francia ci sono 35.000 comuni: nel 93% di questi comuni, RN è risultato in testa. In Francia ci sono 101 dipartimenti: RN è risultato primo in 96 dipartimenti. In Francia ci sono 18 regioni: RN è risultato primo in 17 regioni. Questa è la mappa elettorale della sera del 9 giugno. È completamente omogenea. Non ho mai visto una mappa elettorale come questa. Quindi c’è stata una sorta di grande ondata in tutti i dipartimenti, in tutte le città, in tutte le regioni. E ora, con un voto che non riguarda più solo le classi lavoratrici, ma le classi medie, tutti, la funzione pubblica, tutti in ogni professione e ad ogni età, la gente ha votato per RN. È la forza del voto che ha creato uno shock nell’opinione pubblica, nella classe politica e nel Presidente”. E il Presidente “è un uomo che non prende bene le frustrazioni” dice Morelle. “Per questo ha ricevuto questo schiaffo in faccia alle elezioni europee. Ha voluto dimostrare di essere capace di reagire immediatamente, di rimettersi, a suo avviso, al centro del gioco politico e di prendere un’iniziativa che fosse un’iniziativa shock, in risposta allo shock che aveva ricevuto”.
La Francia dove la destra di Rassemblement National è cresciuta in maniera così potente, non è lo stesso Paese dove il giovane Macron si è affermato. E’ un Paese dove le speranze si sono affievolite e la rabbia è cresciuta. Morelle dice apertamente come diverse persone ora siano “molto arrabbiate con il governo e detestano Emmanuel Macron. Tutto questo si traduce in un cocktail che spiega la situazione attuale, ma Macron non lo vuole capire. Ancora oggi si chiede perché la gente non voglia votare per il suo partito”. E anche nella reazione immediata alla sconfitta, si rivela la natura del capo di stato francese. “Un’ora dopo il risultato delle elezioni europee, ha annunciato l’applicazione dell’articolo 12 della Costituzione e lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale”. Insomma con le elezioni indette a pochi minuti dal voto per le europee, si è verificato uno “shock così forte e il tempo tra lo scioglimento e le elezioni è stato così breve” che non ha dato il tempo alla gauche nemmeno di pensare. “La sinistra cosa ha fatto? Ha trovato una soluzione veloce, veloce: ci mettiamo insieme per salvare il maggior numero possibile di parlamentari. Si tratta quindi di un’alleanza elettorale il Nuovo Fronte Popolare”, spiega Morelle. Ma questo non vuol dire una rinascita della gauche, anzi: “Troppo debole, nonostante il tentativo di unità, il Nuovo Fronte Popolare. La sinistra si è attestata intorno al 28-29% nella prima tornata legislativa” e più o meno resta su quei numeri anche nelle stime di Morelle e nei sondaggi.
Il Nuovo Fronte Popolare (in francese Nouveau Front Populaire, NFP) “non ha lo slancio e non è in grado di ottenere la maggioranza assoluta di 289 seggi all’Assemblea nazionale”, dice Morelle. “Le principali forze che lo compongono non sono d’accordo su nulla delle questioni essenziali. Si tratta quindi di un’alleanza elettorale di circostanza creata per sbarrare la strada, come dice la sinistra, al Rassemblement National e per cercare di salvare un certo numero di seggi. Ma a parte il fatto che non sono d’accordo su nulla, non è il contesto attuale che li porterà a fare quello che ho cercato di fare nei miei libri: a pensare al perché un sacco di ex elettori di sinistra ora votano RN. Non vogliono assolutamente sentir parlare di sinistra. Perché in realtà la sinistra che vota oggi è la sinistra delle grandi città, la sinistra della borghesia culturale, delle persone che stanno bene, che amano la loro vita, che non hanno problemi, quello che in Francia chiamiamo “bobo” (contrazione di “bourgeois” e “bohémien”, ndr). A Parigi, Bordeaux, Lione e così via. Ma ovunque in Francia l’elettorato della classe operaia o della classe media, che tradizionalmente, in larga misura, votava per la sinistra, ora si è allontanato da essa. E lo shock delle elezioni legislative, a mio avviso, è ben lungi dall’indurre la sinistra a riflettere sulle ragioni che hanno portato a questa situazione. Quello che non ha fatto per 20 anni, non vedo perché dovrebbe farlo ora. Forse dopo che il Rassemblement National sarà salito al potere, forse allora…. un’introspezione collettiva arriverà, ma per il momento non credo”.
In sostanza secondo Morelle per queste elezioni generali francesi si delineano cinque ipotetici finali, di cui solo tre l’esperto considera davvero possibili: RN in testa, con maggioranza assoluta o relativa o una situazione di caos politico e difficile governabilità. Esclude invece la possibilità che si possa ricostituire l’attuale maggioranza o che la sinistra ottenga la maggioranza assoluta. “Jordan Bardella, il presidente di RN, ha detto che se non avrà la maggioranza assoluta, non andrà a Matignon. Penso che questo sia un modo per invitare gli elettori a votare per lui, per dargli forza e per avere la maggioranza assoluta. Ma penso che più ci avviciniamo alla maggioranza assoluta, se il RN avesse 260, 270 deputati, penso che sarebbe molto difficile per loro dire: siamo molto vicini, ma non governeremo. Penso che governerebbero. In ogni caso, questa ipotesi di maggioranza relativa oggi ha una forte probabilità”.