Trattative non ancora iniziate; chiediamo vicepresidenza con delega forte

Bruxelles, 27 giu. (askanews) – Non si può ancora dire che posizione assumerà l’Italia nei negoziati, che devono ancora cominciare, sulle nomine per i nuovi vertici delle istituzioni Ue, al Consiglio europeo che si terrà oggi e domani a Bruxelles. Le decisioni della premier Giorgia Meloni dipenderanno dall’andamento delle trattative, e non c’è alcuna decisione già presa di votare contro il pacchetto di nomine proposto dall’accordo tra Ppe, Socialisti e Liberali, che prevede un secondo mandato per la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, il socialista Antonio Costa alla presidenza del Consiglio europeo e la premier liberale estone Kaja Kallas come Alto Rappresentante per la Politica estera comune.

Lo ha detto il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani, parlando alla stampa al suo arrivo al pre-vertice del Ppe, oggi a Bruxelles. “Vediamo – ha detto Tajani ai giornalisti -, per quanto riguarda l’Italia noi riteniamo che” nella nuova Commissione europea “debba esserci un vicepresidente e un portafoglio di rilievo, che spetta alla seconda manifattura d’Europa, a un paese fondatore, e con una stabilità di governo per i prossimi tre anni e mezzo. A differenza di altri, credo che l’Italia possa svolgere un ruolo fondamentale nel contesto comunitario nei prossimi anni”.

L’Italia potrebbe votare contro? E’ una possibilità? “Bisogna vedere – ha risposto Tajani. “La mia posizione è favorevole” all’accordo sulle tre nomine per i vertici Ue, “ma senza alcuna apertura ai Verdi. Bisogna invece guardare, aprire il dialogo con i conservatori. Questo è fondamentale”.

Alla domanda se confermi la richiesta di una vicepresidenza esecutiva della Commissione per l’Italia, il ministro degli Esteri ha replicato: “Io non ho mai parlato di… Un conto è la vicepresidenza, un conto sono le deleghe. Io ho parlato di delega forte”. E quindi, gli è stato chiesto, non di vicepresidenza esecutiva? “Vediamo – ha risposto Tajani -, vedremo quelle che saranno le vicepresidenze, come saranno organizzate. Non è questione… Bisogna vedere se ci saranno ancora vicepresidenze esecutive oppure no”.

Riguardo al presunto “scontro fortissimo” sulla Commissione che ci sarebbe stato tra il presidente francese Emmanuel Macron e Giorgia Meloni, il ministro si è limitato a notare: “Questo lo ha scritto il Financial Times, non è il Financial Times che…” Un giornalista ha poi chiesto se sarebbe una buona idea votare contro il socialista portoghese Antonio Costa, ex premier di un paese del Sud, il Portogallo alla presidenza del Consiglio europeo. “Non c’è nessuna decisione di votare contro; finché non comincia il Consiglio – – ha insistito Tajani – non si può dire ciò che farà l’Italia. Io posso dire quello che facciamo noi di Forza Italia. Certamente – ha osservato – io sono molto perplesso sulla durata per cinque anni della presidenza del Consiglio europeo, perché il Ppe è quello che ha vinto le elezioni, non hanno vinto né i Socialisti né i Liberali”.

Comunque, ha concluso il leader di Forza Italia, “devono ancora cominciare le trattative”.

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