Potrebbe essere vicino un intervento del governo

Roma, 26 giu. (askanews) – Lo yen è tornato oggi di nuovo a scendere a quota 160 contro il dollaro per la prima volta dal 29 aprile, il giorno in cui il governo e la Banca del Giappone sono apparentemente intervenuto per sostenere la valuta.

Il dollaro è arrivato a essere scambiato a 160,05 yen a un certo punto della giornata di contrattazioni. Si tratta di un livello che, a parte aprile, non si vedeva da oltre un trentennio.

Alla base dello smottamento dello yen c’è il combinato disposto di possibili ritardi nell’alleggerimento della politica monetaria statunitense, con la Fed che è scoraggiata ad abbassare i tassi a causa del persistere dell’alta inflazione; dall’altro lato c’è la prudenza della Banca del Giappone, che ha sì posto termine alla politica dei tassi negativi ad aprile, portando il suo tasso di riferimento tra 0 e 0,10%, ma che mantiene ancora una politica ampiamente più lasca di quella delle altre banche centrali delle grandi economie.

Masato Kanda, viceministro alle Finanze con delega alla finanza internazionale – cioè il massimo responsabile della politica valutaria del governo di Tokyo -, due giorni fa ha ventilato la possibilità di un nuovo intervento del governo per acquistare yen e quindi sostenerne il valore: “Le fluttuazioni eccessive influenzano negativamente l’economia. Siamo pronti a prendere misure appropriate in qualsiasi momento”.

Il Dipartimento del Tesoro Usa, dal canto suio, ha annunciato giovedì scorso che il Giappone è stato aggiunto alla cosiddetta lista di monitoraggio dei principali partner commerciali che meritano “particolare attenzione” in base alle loro pratiche valutarie. Questo potrebbe aver aggiunto pressione sulla valuta nipponica.

Il governo giapponese e la banca centrale avrebbero acquistato yen da fine aprile a fine maggio, spingendo la valuta fino a 155 contro il dollaro, dopo che aveva toccato il livello di 160. Tokyo ufficialmente non annuncia mai questo tipo di operazioni.

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