“Recuperare l’idea della democrazia diretta”

Roma, 19 giu. (askanews) – “Come va il tuo rapporto con Conte? Ottimamente. E il tuo con te? Non scherziamo… Come si fa ad avere un cattivo rapporto? Ci ho provato ma non ci sono riuscito: non si scompone mai, ogni parola si scioglie… Siamo d’accordo, però, che non vogliamo scioglierci anche noi”. Si apre così l’auto-intervista pubblicata sul suo blog da Beppe Grillo.

Surreale nella forma, politico nella sostanza, il post del fondatore e attuale garante del Movimento 5 stelle tocca molti dei temi sui quali si è aperta la discussione interna, a dimostrazione del fatto che, com’è accaduto in altre occasioni in passato, intende svolgere un ruolo da protagonista nella gestione della crisi apertasi in seguito al deludente risultato elettorale delle europee.

Nel testo, il garante M5S difende il superbonus e il reddito di cittadinanza ma apre alla misura molto più radicale del reddito universale del tutto slegato dal lavoro o dalla ricerca del lavoro, una proposta, afferma, invocata da grandi manager e imprenditori globali come Altman, Musk, Gates, Zuckerberg. Poi torna ai temi più interni come la regola dei due mandati elettivi: “È comprensibile – afferma – che chi oggi si trova al secondo mandato vorrebbe eliminarla. D’altronde l’istinto di sopravvivenza proviene dalla nostra natura animale, ed è insopprimibile. Ma lo scopo di ogni regola, in fondo, è di arginare i nostri istinti animali nell’interesse comune. Il limite alla durata dei mandati è non solo un principio fondativo del movimento, ma è anche un presidio di democrazia fin dai tempi dell’antica Atene. Come ho detto più volte, dovrebbe diventare una legge costituzionale, quantomeno per le cariche più importanti, come peraltro fece il congresso degli Stati Uniti dopo la morte di Roosevelt, che fu l’unico presidente americano ad aver fatto più di due mandati”.

“Ma non c’è il rischio che così si disperdano competenze acquisite nel corso degli anni?”, obietta Grillo facendo eco alla discussione riapertasi nelle recenti assemblee congiunte dei senatori e dei deputati stellati. “Infatti – commenta – avevo proposto un’idea di ‘staffetta’ in cui gli ‘uscenti’ avrebbero percepito un compenso finanziato dagli ‘entranti’ per assicurare il passaggio di consegne e trasferir loro le competenze acquisite. Senza contare che il parlamento dovrebbe innanzitutto interpretare la volontà dei cittadini, che è molto più difficile intercettare quando i parlamentari si rinchiudono nel palazzo per anni”.

“Per tradurre la volontà dei cittadini in legge ci vorrebbero semmai uffici legislativi con professionisti bravi e competenti e non cortigiani senza arte né parte”, considerazione apparentemente non troppo lusinghiera nei confronti dell’attuale assetto organizzativo dei gruppi parlamentari M5S. “Il lavoro di un parlamentare – sottolinea Grillo – dovrebbe essere un altro, vale a dire captare e comprendere le esigenze dei cittadini per tradurle in indirizzo politico, che a sua volta dovrebbe essere tradotto in legge da uffici legislativi capaci e competenti. Tant’è vero che avevamo proposto di cambiare il titolo dei parlamentari da onorevoli a cittadini portavoce”.

Poi Grillo riflette sulle Europee, il posizionamento dei Cinquestelle e annuncia di voler fare incontri regolari con Conte.

Eravate quelli della democrazia diretta, obietta infatti Beppe Grillo a se stesso, nella auto-intervista pubblicata sul suo blog. Rilanciando un altro dei miti originari del Movimento, in aperta contraddizione con il percorso di ‘normalizzazione’ auspicato da molti nella discussione avviata da Giuseppe Conte dopo il risultato delle europee, Grillo osserva: “Infatti questa è una delle idee che dovremo recuperare. Negli ultimi anni ci siamo logorati in beghe di voto che non avevano nulla a che fare con la democrazia diretta, ma riguardavano solo lotte di potere fra anime diverse del movimento. La democrazia diretta, tra l’altro, dovrebbe estendersi a tutti i cittadini, come già avviene in paesi ben più prosperi del nostro e come potrebbe estendersi molto di più con il supporto della tecnologia. D’altronde se le preferenze dei consumatori orientano le scelte di produzione e vendita delle imprese – e sempre di più grazie all’analisi dei dati – non si capisce perché le preferenze dei cittadini non dovrebbero orientare le scelte politiche allo stesso modo”.

E per chiarire che non di generiche osservazioni si tratta, Grillo sottolinea che intende far pesare le sue argomentazioni anche nel percorso avviato dal leader in carica: “Si parlerà di questo nell’assemblea costituente di cui ha parlato Conte?”, si domanda. “Di questo e come recuperare contatto, dialogo e azioni congiunte con gli attivisti, che sono sempre stati – dice – il combustibile del Movimento. Ma al tempo stesso non possiamo discutere solo di regole di funzionamento interne, ma dobbiamo tornare a proporre idee radicali e visionarie, smarcandoci da una collocazione che è vecchia e superata da decenni. Parlare di sinistra e destra è come parlare di ghibellini e guelfi, anzi forse è meglio parlare di questi ultimi, perché tutti devono seguire l’Elevato”.

“Si legge che riprenderai a incontrarti regolarmente con Conte”, domanda ma in realtà annuncia Grillo: “Mi piacerebbe riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni. Sono proprio questi incontri che ci hanno portato a diventare la prima forza politica del paese”.

“Quali sono i temi di cui vorresti parlare in questi incontri? Mi pare – dice Grillo, sempre dialogando con se stesso – che i temi fondativi del movimento siano ancora validi. Alcuni, come la transizione ecologica e digitale, sono diventati i temi principali dell’agenda politica europea e italiana. Dunque non si può dire che non ci avessimo azzeccato. Altri, come la democrazia diretta e la politica come servizio e non professione – come peraltro è in Svizzera, e non solo – restano da realizzare. Altri ancora sono emersi negli ultimi tempi: da un maggior controllo dei cittadini sui dati che li riguardano, a riforme istituzionali che garantiscano stabilità e al tempo stesso autonomia dei territori”.

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