E +3,9% a valore grazie a exploit della Russia. “Fase fluida”
Milano, 11 giu. (askanews) – Chiude in positivo l’export di vino italiano nel primo trimestre di quest’anno, in controtendenza rispetto alla generale dinamica negativa del made in Italy rilevata dall’Istat. Il saldo tendenziale indica un +3,1% nei volumi esportati (+3,9% i valori a 1,84 miliardi di euro) dalle imprese enologiche italiane, a fronte dei competitor francesi che si fermano a -0,2%. Ma, secondo le elaborazioni dell’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv) su base Istat, il quadro del mercato presenta ancora aree di incertezza.
In particolare, dopo un ottimo avvio nel nuovo anno e un bimestre chiuso con un +8,3% di bottiglie spedite all’estero, a marzo si è registrata un’inversione di tendenza con un gap del 4% per effetto soprattutto di cali in doppia cifra di Germania, Regno Unito, Svizzera e Francia. E se tutte le tipologie segnano saldi valoriali positivi, con gli spumanti a +7,3% da gennaio, i fermi imbottigliati a +2,7% e i frizzanti a +12,2%, i prezzi medi (a eccezione di sfusi e mosti) perdono comunque smalto, “segno che il mercato non è disposto a pagare di più per compensare un’ultima annata decisamente leggera sul piano produttivo”. L’incremento dei volumi esportati, sempre secondo l’analisi di Uiv, è infine da attribuire interamente all’exploit degli ordini della Federazione Russa, senza il quale la crescita sarebbe piatta. Tra le note positive, in questo ping-pong di luci e ombre, c’è senz’altro il ritorno al segno positivo per i rossi Dop imbottigliati (+2,8% valore, a 459 milioni di euro), l’incremento in doppia cifra dei bianchi Igp (+12,7%), e la corsa di Prosecco (+7,8%) e Asti Docg (+7,5%) tra gli spumanti.
“Il contesto congiunturale impone ancora la massima attenzione: riteniamo che in questa fase molto fluida sia di particolare importanza per le imprese continuare a monitorare i mercati ma anche vigilare sui listini, perché l’obiettivo di lungo periodo resta quello di migliorare il posizionamento del vino made in Italy” ha detto il presidente di Uiv, Lamberto Frescobaldi, aggiugendo che “contestualmente, Unione italiana vini è convinta che anche in fasi complicate come questa sia necessario non abbandonare la strada degli investimenti strategici in promozione, innovazione e ristrutturazione dei vigneti”.
Prosegue infine la divaricazione tra i risultati 2024 relativi alla domanda Ue (-0,6% a valore) ed extra-Ue (+7%), con una leggera crescita (1,3% a valore) nei top 5 mercati, che assieme valgono il 59% dell’export. Stati Uniti a +2,2%, Germania -2,7%, Regno Unito +7,8%, Svizzera a -7,8% e Canada a +8,9%. La Russia, grazie a +142,6%, balza al sesto posto superando Francia e Giappone. Ma il dato è destinato a normalizzarsi, perché condizionato da un previsto sensibile aumento delle accise, in vigore da maggio scorso, e conseguente corsa anticipata alle scorte.