Sabato 1 giugno, alle ore 21, nella chiesa di San Vito in Capaccio Scalo, anteprima con la formazione di ottoni, composta da Francesco Trenga, Nicola Vecchio, Antonio Pilosi, Fabrizio Cirillo, Alessandro Maio. Otto gli appuntamenti che impreziosiranno diverse location del comune cilentano con evento clou l’11 luglio quando all’ombra dei templi si esibirà la Banda Musicale dell’Aeronautica Militare
Il comune di Capaccio-Paestum è da sempre una forte miscela di bellezze naturali, memoria storica e modelli culturali che permettono la costruzione di basi per una società consapevole che sappia salvaguardare la Bellezza. E’ dovere di quanti si adoprano per vivificare il mondo culturale nonché delle varie amministrazioni civiche, esaltare tutto ciò, sostenendo la pausa creativa, la riflessione, il dialogo, tra quanti in ogni stagione frequentano questi meravigliosi luoghi e coloro che li vivono, in un incontro tra bellezze ed eccellenze del territorio. Da questo assunto nasce la rassegna Note in Vacanza, un progetto ideato dal Maestro Nicola Pellegrino, giunto alla IV edizione, realizzato dall’Associazione Culturale MusiCilento e dal Comune di Paestum, grazie alla “visione” del sindaco Franco Alfieri e dall’ Ufficio Turismo ed Eventi diretto da Piero Cavallo, che si svolgerà nei diversi splendidi siti del territorio, dall’ area archeologica a Villa Salati e nelle diverse chiese, da sabato I giugno al 19 luglio.
Otto gli appuntamenti a cominciare da domani con gli Alentum Brass, una formazione di ottoni, che farà un po’ da anteprima alla rassegna che riprenderà poi il 3 luglio a Villa Salati, con il concerto della Grande Banda del Cilento agli ordini del direttore artistico Nicola Pellegrino, che dismetterà il ruolo, per salire sul podio e dirigere la formazione che ospiterà quali solisti il soprano Nicoletta D’Agosto e il tenore Andrea Cataldo. Il giorno successivo, giovedì 4 luglio, sul palco sospeso di Capaccio, si esibirà il Coro e l’orchestra di fiati della Diocesi di Vallo della Lucania diretto dal Maestro Maurizio Iacovazzo, una performance voluta fortemente dal nuovo vescovo della diocesi cilentana Don Vincenzo Calvosa. A seguire, il 5 luglio, si ritornerà a Villa Salati, con gli oltre gli ottanta sassofoni diretti dal Maestro Domenico Luciano, la Sonora Junior Sax, una fumante “cantera” che ci farà conoscere l’intera famiglia di questo giovane strumento in continua evoluzione, dal soprano al basso, protagonista di un programma eterogeneo, che abbraccerà diversi generi musicali. Il 10 luglio, sempre a Villa Salati, dal Cilento ci si sposterà alle tradizioni musicali della divina costiera, con il concerto dell’Orchestra Giovanile di Fiati “Costa D’Amalfi” unitamente ad eccellenze musicali cilentane, dirette dal Maestro Paolo D’Amato.
L’evento clou di questa mini festival dedicato ai fiati, si concluderà all’ombra del tempio di Nettuno, l’11 luglio con l’esibizione della Banda Musicale dell’Aeronautica Militare, a partire dal suo direttore il Maestro Maggiore Pantaleo Leonfranco Cammarano, cilentano doc, il quale dette il via lo scorso inverno, alle celebrazioni per il centenario dell’Arma dei Cieli. Celebrazioni che continuano per questa formazione, il cui nucleo vede rappresentata anche diversi eredi della prestigiosa scuola di fiati salernitana, che è sempre stata serbatoio di eccellenti strumentisti e oltre a diverse prime parti, sarà proprio il Maestro a tener alto il nome della nostra tradizione, oltre che della sua musicalissima famiglia.
La settimana successiva a partire dal 17 luglio, spazio alle percussioni, con i docenti Rosario Barbarulo, Giuseppe Marotta, Antonio Palmieri, Gianpiero Saggiomo e Gerardo Sapere, a tenere in primis un vero e proprio campus, giunto alla Terza edizione, che si svolgerà nella casa canonica di Capaccio, che vedranno due diversi appuntamenti per “Take your Time” dove il termine “time” assumerà diversi significati: il 17 luglio i percussionisti sfileranno in Via Magna Grecia, costeggiando i templi, nella magia della luce del tramonto, mentre il 19 luglio sul palco sospeso, in Capaccio, ci sarà il concerto finale dell’Ensemble di percussioni.
Sabato I giugno, intanto, nella cornice della Chiesa di San Vito, alle ore 21, nella Piazza Santini di Capaccio Scalo, spazio al quintetto di ottoni “Alentum Brass” composto da Francesco Trenga e Nicola Vecchio alla tromba, Antonio Pilosi al trombone, Fabrizio Cirillo al corno e Alessandro Maio al bassotuba. Il balletto La Pèri di Paul Dukas, datato 1910 è preceduto da una Fanfara che ha la funzione di richiamo per il pubblico solitamente distratto prima dell’inizio della rappresentazione. Sarà proprio questo il brano di sortita del quintetto, con i suoi accordi altisonanti e maestosi, sottolineati da un ritmo scandito. Quindi, si passerà al Georges Bizet della Carmen con i couplets du Toreador ovvero dell’aria di Escamillo “Votre toast, je peux vous le rendre”, che innesca l’atmosfera eccitata, clamorosa della festa e del torero stesso, simbolo della forza fisica, della sfida infinita con la morte, del Super Uomo. Ancora Bizet, stavolta con la Farandole dell’Arlesienne, brillantissima pagina dalla prorompente fantasia timbrica e ritmica, e la originale maestria di scrittura dalla convincente forza espressiva di lacerante immediatezza. Tutti avranno ascoltato nella propria vita un “Tribute to Ennio Morricone”: dietro quelle colonne sonore sonore che tutti conosciamo, fischiamo, canticchiamo, e vengono eseguite da qualsivoglia formazione, ragazzini, bande, orchestre giovanili, concerti da camera, grandi arene, c’è l’uso elegante di tecniche modernissime, come il serialismo e la musica concreta, combinate con elementi di popular music, influssi folk, canti celtici, canto gregoriano, trombe mariachi e un complesso di esecutori della taglia di un’orchestra sinfonica, accanto a strumentazioni di tipo ancora meno convenzionale che includono il fischio, jodel, grugniti, vocalizzazioni talvolta irriconoscibili come umane, schiocchi di frusta e fucilate. Morricone volta le spalle alle convenzioni hollywoodiane per il western e alla loro enfatizzazione dei profili melodici e dei caratteri armonici propri delle canzoni tradizionali e dell’inedia, e, così, definisce un nuovo modello di riferimento per la colonna sonora di questo genere. Ed ecco il Leonard Bernstein di West Side Story con Maria il desiderio dei due amanti, Maria e Tony, di un futuro di pacifica coesistenza. Si continua col tango, stavolta di Astor Piazzolla e l’aria di sortita di Maria de Buenos Aires, una metafora della rinascita della città stessa, che eternamente risorge dalle proprie ceneri, sulle ali delle ragioni estetiche del Nuevo tango che smette gli abiti di una musica esclusivamente legata alla danza e al canto, per farsi pura espressione musicale, assorbendo tutto lo spirito elegiaco, la malinconia che scaturisce dalla certezza dell’ineluttabilità e dell’amarezza della vita, proprie del viejo tango. Ancora musica argentina con Killer Tango di Sonny Kompanek, uno dei cavalli di battaglia dei leggendari Canadian brass, per quindi, passare al funerale New Orleans con il tema gospel “Just a Closer Walk with Thee”. Next Stop: Funksville di John Wasson, una pagina dai colori entusiasmanti, prima di chiudere con Amazing Grace, un inno al dono della grazia di Dio che comparve per la prima volta tra i canti popolari d’America, poiché composto da John Newton nel 1772, ex capitano di navi negriere, un’illuminazione che gli fece cambiar vita.
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