Ma avverte: attenzione a crisi immobiliare e conflitto commerciale
Roma, 29 mag. (askanews) – Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha aumentato oggi le previsioni di crescita economica della Cina, segnalando però che sono necessarie ulteriori politiche per sostenere il mercato immobiliare che è ancora in grave crisi di liquidità, oltre a lanciare un allarme sulle crescenti tensioni commerciali con gli Usa e con l’Ue.
Il Fmi ha rivisto le previsioni di crescita del Pil della Cina al 5% per il 2024 e al 4,5% per il 2025, entrambe di +0,4 punti percentuali rispetto alle proiezioni di aprile. Gli aggiornamenti riflettono i forti risultati del primo trimestre e le recenti misure politiche, come i sussidi per incoraggiare il consumo. Nel primo trimestre, il Pil è cresciuto del 5,3%, mantenendo la Cina sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo di crescita di “circa il 5%” quest’anno.
Tuttavia il fondo prevede che l’espansione economica cinese rallenterà al 3,3% entro il 2029 a causa dell’invecchiamento della popolazione e della crescita più lenta della produttività.
“I rischi sono inclinati verso il basso, inclusa una regolazione del settore immobiliare più grande o più lunga del previsto e pressioni di frammentazione crescenti,” ha detto la vicedirettrice del Fmi Gita Gopinath in un comunicato stampa.
Pechino sta cercando di tamponare la crisi del mercato immobiliare, con una serie di provvedimenti come lo stanziamento di 300 miliardi di yuan (circa 38 miliardi di euro) per spingere i governi locali ad acquistare case invendute e convertirle in alloggi sovvenzionati. E’ inoltre intervenuta sui meccanismi dei mutui, riducendo i requisiti per l’acconto e abolendo il minimo sui tassi d’interessse.
“La correzione in corso del mercato immobiliare, necessaria per indirizzare il settore verso un percorso più sostenibile, dovrebbe continuare” ha sugggerito Gopinath. Ha aggiunto che mentre le recenti misure mirano ad affrontare l’eccesso di inventario di case invendute, il governo centrale deve ancora affrontare le case che sono state pre-vendute ma rimangono incompiute.
L’altra fragilità evidenziata da Gopinath è legata al conflitto commerciale in corso con gli Usa e in fieri con l’Ue. Gopinath ha notato che nel 2023 sono state imposte circa 3.000 restrizioni commerciali in tutto il mondo, tre volte il numero del 2019, e che severe restrizioni sul commercio potrebbero ridurre del 7% il Pil globale nel medio termine.