“Non sbagliammo neanche quando bloccammo fusione Siemens-Alstom”
Bruxelles, 28 mag. (askanews) – Sul progetto di fusione Ita-Lufthansa, nella Commissione europea “stiamo ancora discutendo le preoccupazioni e i possibili rimedi” riguardo all’impatto negativo sulla concorrenza e sui consumatori. “Come in altri casi, quando abbiamo una preoccupazione, è perché ci sta un rischio che i consumatori debbano pagare prezzi più alti, o non abbiano le stesse frequenze di voli che hanno oggi a disposizione. Oggi, quindi, la discussione è in corso e non abbiamo ancora una conclusione”. La vicepresidente esecutiva della Commissione europea responsabile per la Concorrenza, Margrethe Vestager, ha liquidato così, durante una conferenza stampa oggi a Bruxelles, una domanda sul braccio di ferro in corso tra l’Antitrust comunitario e le due compagnie aeree italiana e tedesca, appoggiate dai rispettivi paesi, sulle richieste di evitare una eccessiva concentrazione sul mercato, lasciando ai vettori concorrenti alcune rotte e slot aeroportuali. “Penso che sia davvero importante che i cittadini, i consumatori, i clienti e le imprese possano contare sulla Commissione, e il fatto che noi effettuiamo valutazioni approfondite e che collaboriamo con le imprese per risolvere le preoccupazioni” di concorrenza, ha osservato Vestager, che ha quindi ribadito e rivendicato le proprie posizioni e il proprio operato in questi 10 anni in cui ha avuto la responsabilità dell’Antitrust Ue. “Penso di essere stata responsabile di 3.000 casi di fusioni, più o meno, in questi dieci anni, e come si può vedere dalle nostre statistiche, nella stragrande maggioranza dei casi diamo semplicemente il via libera. Le imprese vanno avanti con la logica della fusione, che prevede una procedura semplificata, breve ed efficace”. “Poi – ha continuato Vestager – abbiamo un gruppo di fusioni in cui sono necessari dei rimedi; le imprese si fanno avanti e risolvono i problemi di concorrenza. Naturalmente questa non è una scienza esatta, c’è un po’ di margine. Ma il nostro punto di riferimento è che dobbiamo rimpiazzare la concorrenza che è stata persa” sul mercato a causa della fusione. “E infine ci sono i pochi casi in cui dobbiamo vietare le fusioni. Penso che in totale siano stati finora 10. Quindi, è davvero raro che accada”, ha sottolineato la vicepresidente della Commissione. Vestager si è tolta quindi un sassolino dalla scarpa, rievocando la clamorosa vicenda del progetto di fusione Siemens-Alstom in campo ferroviario, che la Commissione bloccò nel febbraio 2019. Un caso che viene spesso citato dai critici della politica antitrust europea come esempio dell’attenzione eccessiva che la Commissione dedica alla tutela della concorrenza all’interno del mercato unico dell’Ue, impedendo così, questa è l’accusa, la nascita di “campioni europei”, e finendo col favorire i giganti extra Ue sul mercato globale (cinesi o americani in particolare), anche quando sono pesantemente sovvenzionati dagli Stati di provenienza. “Nella fusione Siemens-Alstom, che è stata molto dibattuta – ha spiegato la vicepresidente della Commissione -, penso che più o meno per l’80% dell’operazione non avessimo preoccupazioni; ma le avevamo su due questioni molto importanti. Uno riguardava i sistemi di segnalazione (per le ferrovie, ndr): siamo ancora nel processo in cui le compagnie ferroviarie europee funzionano in base allo scambio di segnali. Quindi è un mercato davvero importante”. “La seconda preoccupazione riguardava anche il mercato dei treni ad altissima velocità, che secondo noi avrà un peso crescente. Penso che tutti sognino di andare ad altissima velocità da una capitale all’altra in Europa”. Alla fine, comunque, ha ricordato Vestager, le due imprese, Alstom e Siemens, “scelsero di non porre rimedio a queste preoccupazioni. E per questo motivo l’operazione fu bloccata”. Recentemente, ha riferito la vicepresidente della Commissione, “abbiamo riesaminato in retrospettiva questa fusione, perché è importante tornare indietro e vedere in che misura si aveva ragione, se c’erano cose che si sarebbero dovute fare diversamente; e quello che abbiamo visto è che il mercato globale ovviamente si è sviluppato, ma in questi mercati i cinesi non sono venuti in Europa”. Non solo. “Fatta eccezione per la Cina, che è un mercato chiuso in cui è molto difficile entrare, ciò che vediamo nel mercato globale – ha rilevato Vestager – è che le due società che dominano oggi sono proprio Siemens e Alstom; quindi si sono sviluppate, sono quelli che definirei campioni europei, forniscono in questi mercati prodotti molto importanti, di altissima qualità e molto innovativi”. “Il nostro obbligo è quello di dire: abbiamo il Trattato, abbiamo le nostre regole e serviamo il consumatore europeo, ma anche i clienti europei; quindi tutti nella catena del valore. E questo ovviamente – ha assicurato – lo faremo riguardo a questa fusione”, quella tra Ita e Lufthansa, “così come faremo per le altre fusioni di compagnie aeree che stiamo valutando ora e che valuteremo in futuro”, ha concluso Vestager.