In un momento di forte tensione tra Washington e Pechino
Roma, 27 mag. (askanews) – Giappone, Corea del Sud e Cina hanno tenuto oggi il loro primo vertice congiunto in oltre quattro anni, in un tentativo di approfondire i loro legami commerciali, in un momento di forte ostilità tra Pechino e Washington (di cui Tokyo e Seoul sono i principali alleati regionali), anche rilanciato i negoziati al momento in fase di stallo rispetto a un accordo di libero scambio (Free Trade Agreement, FTA).
A ospitare a Seoul il vertice a tre è stato il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol e vi hanno preso parte il premier cinese Li Qiang e il primo ministro giapponese Fumio Kishida. Per tutti e tre si tratta della prima trilaterale Sudcorea-Cina-Giappone da quando sono entrati in carica: l’ultima si era tenuta a dicembre 2019, poco prima che che la pandemia ridefinisse tutti gli appuntamenti internazionali per anni.
In una dichiarazione congiunta rilasciata dopo il vertice, i tre leader hanno concordato di “istituzionalizzare” la cooperazione trilaterale tenendo regolarmente il vertice trilaterale e le riunioni ministeriali, e affermando che il Giappone ospiterà il prossimo incontro dei leader. Hanno anche dichiarato che continueranno le discussioni per “accelerare i negoziati” FTA, auspicando che si arrivi a un accordo “libero, equo, completo, di alta qualità e reciprocamente vantaggioso.”
I negoziati per un accordi di libero scambio tra i tre paesi asiatici si trascinano dal novembre 2012. Sono sostanzialmente fermi dalla fine del 2019, col crescere del conflitto commerciale e geopolitico Usa-Cina.
Al di fuori della cornice a tre, Yoon e Kishida hanno anche usato l’occasione per criticare la Corea de Nord, che ha annunciato di voler lanciare un satellite entro il 4 giugno. Il presidente sudcoreano ha chiesto al regime di Kim Jong Un di rinunciare al lancio, che utilizzerebbe la stessa tecnologia dei missili balistici e, a suo dire, sarbebe in violazione diretta delle risoluzione pertinenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Nella dichiarazione congiunta, in cui la Corea del Nord non è citata, si auspica la “denuclearizzazione della Penisola coreana”, oltre a una soluzione “politica” della questione coreana. E’ il massimo che la Cina, alleata della Corea del Nord, può concedere su questo terreno.
Nei colloqui bilaterali, che si sono tenuti ieri, Kishida ha sollevato con Li Qiang la questione di Taiwan, segnalando che la “pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan sono di fondamentale importanza per la comunità internazionale”, in un momento di forte pressione militare da parte di Pechino sull’isola che considera parte integrante del suo territorio, in seguito la scorsa settimana all’inaugurazione nell’isola della presidenza di Lai Ching-te, un leader a forti connotati indipendentisti, considerato da Pechino come un pericolo.