Potenziali benefici a imprese e consumatori ma anche rischi di abuso
Roma, 15 mag. (askanews) – L’intelligenza artificiale porta possibile benefici ma anche potenziali rischi sistemici per le banche così come per l’intero sistema finanziario. Il balzo tecnologico in avanti che molti si attendono dalla IA generativa potrebbe risultare un motore di progresso economico con ricadute positive per consumatori, imprese per l’insieme dell’economia. “L’IA può aumentare l’efficienza dell’intermediazione finanziaria tramite una capacità di gestire le informazioni più veloce e ampia, che supporti le scelte e i processi decisionali, il tutto potrebbe rafforzare il sistema finanziario e contribuire anche alla stabilità”.
Al tempo stesso, “le sfide associate con l’IA limitano la sua solidità e aumentano i rischi correlati a pregiudizi, errori, illusioni o abusi. Questi elementi potrebbero distorcere i risultati sui mercati finanziari, danneggiare la solidità del sistema operativo o viziare in modo sistematico i processi decisionali e di gestione del rischio” delle banche. Sono le conclusione a cui giugne uno studio pubblicato dalla Bce (The rise of artificial intelligence: benefits and risks for financial stability), anticipato rispetto al rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria.
Secondo l’analisi, le implicazioni sistemiche della IA dipenderanno dai livelli di penetrazione tecnologica e dal grado di concentrazione del settore degli operatori specializzati, elementi “che sono difficili da prevedere”. L’utilizzo dell’IA in generale e della sua diffusione nel settore finanziario è ancora in evoluzione. “Al di là di qualunque altra considerazione, dato i suoi ampi potenziali effetti, così come le ricadute morali e etiche dell’abuso dell’IA, servono ulteriori accertamenti”.
Un abuso o un uso distorto di queste tecnologie potrebbe avere “ricadute sulla fiducia del pubblico nell’intermediazione finanziaria, che è un elemento chiave della stabilità. Per questo l’attuazione dell’IA nel sistema finanziario deve essere monitorata attentamente mentre la tecnologia si evolve – avverte lo studio -. Andrebbero infine prese in considerazione iniziative regolamentari se dovessero emergere fallimenti di mercato che non possono essere gestiti nell’attuale quadro prudenziale”.