In 2023 calo disponibilità idrica del 18%, crisi grave al Sud
Roma, 14 mag. (askanews) – Lo scorso anno è sparito in Italia un litro d’acqua su cinque con un calo della disponibilità idrica del 18% che pesa su coltivazioni e stalle, dove manca foraggio e acqua per gli animali in un inizio 2024 che si è classificato come il più caldo di sempre, con una temperatura superiore di 1,84 gradi alla media storica. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti in occasione dell’incontro a Palazzo Rospigliosi a Roma organizzato con Anbi e Fondazione Univerde, nell’ambito della premiazione del concorso fotografico Obiettivo Acqua.
All’incontro erano presenti, tra gli altri, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo, assieme a Luca De Carlo, Presidente Commissione Agricoltura e Produzione Agroalimentare Senato, Francesco Vincenzi, Presidente Anbi, Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente Fondazione Univerde, Nazario Palmieri, Generale Comandante Carabinieri Tutela Forestale e Parchi.
La situazione, riporta la Coldiretti, è gravissima al Sud dove sono ingenti i danni causati dalla mancanza d’acqua alle coltivazioni e nelle stalle dove gli allevatori sono sempre più in difficoltà a garantire l’alimentazione degli animali, con i pascoli bruciati e i pozzi secchi per l’assenza di pioggia. Una situazione drammatica dinanzi alla quale la Coldiretti rilancia la proposta di un piano invasi con pompaggio sul quale sono arrivate le prime risposte nell’ultimo Dl Agricoltura. Si tratta di un progetto immediatamente cantierabile per una rete di bacini di accumulo. I laghetti sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere la pioggia e utilizzarla in caso di necessità.
“L’obiettivo è raddoppiare la raccolta di acqua piovana – spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – garantendone la disponibilità per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, contribuendo anche alla regimazione delle piogge in eccesso e prevenendo il rischio di esondazioni”. Fondamentale in tale ottica il recupero degli invasi già presenti sul territorio attraverso un’opera di manutenzione. “Ma dinanzi agli effetti sempre più dirompenti dei cambiamenti climatici occorre anche sviluppare soluzioni di agricoltura 4.0, dagli strumenti di precisione all’intelligenza artificiale – conclude Prandini – che solo per l’irrigazione consentono una riduzione del consumo di acqua stimata tra il 30% e il 40%”.