Ma analisti sono scettici su possibilità che invertano tendenza

Roma, 3 mag. (askanews) – Il Giappone ha probabilmente speso 3mila miliardi di yen (18 miliardi di euro) per sostenere lo yen nel suo secondo intervento (non confermato) sul mercato valutario questa settimana. Lo scrive l’agenzia di stampa Kyodo basandosi su dati della Banca del Giappone e su fonti di mercato.

Il governo nipponico non ha confermato di essere intervenuto a sostegno della valuta che nello scorso fine settimana era sceso fortemente sul dollaro, arrivato a essere quotato oltre 160 yen. Oggi sui mercati asiatici il dollaro è calato a 153 yen.

La stima più recente porta la dimensione totale delle operazioni di acquisto di yen e vendita di dollari di lunedì e mercoledì, effettuate da Tokyo, a oltre 8mila miliardi di yen (48,2 miliardi di euro), rispetto ai circa 9.200 miliardi di yen (55,5 miliardi di euro) che il Giappone ha speso nelle sue precedenti incursioni sul mercato nel 2022.

Questi interventi del governo non vengono solitamente confermati per mantenere i mercati nell’incertezza su cosa ikl governo potrebbe fare in seguito. Il ministro delle Finanze giapponese Shunichi Suzuki ieri ha rifiutato di commentare il repentino aumento dello yen.

Tecnicamente è la Banca del Giappone (BoJ) che interviene acquistando yen e vendendo dollari su mandato del ministero delle Finanze. Motivo per il quale le cifre date dalla Kyodo si basano sulla differenza tra le stime di mercato dei cambiamenti nel saldo corrente della BoJ e i dati rilasciati dalla banca centrale.

Il primo intervento sarebbe avvenuto poco dopo che la valuta giapponese è crollata, con il dollaro salito oltre quota 160 lunedì, quando i mercati finanziari di Tokyo erano chiusi per una festività.Poi è salito bruscamente a 153 dalla fascia di 157 mercoledì a New York, poco dopo che la Federal Reserve americana ha mantenuto invariata la politica monetaria.

Alcuni analisti di mercato hanno segnalato la coincidenza non casuale tra l’oscillazione verso l’alto dello yen e la conferenza stampa del capo della Fed Jerome Powell, subito dopo la riunione di politica monetaria. L’intervento del governo sarebbe avvenuto proprio in quei momenti.

Tuttavia, l’intervento valutario del governo – secondo gli analisti sentiti dalla Kyodo – non dovrebbe riuscire a cambiare la tendenza a uno yen debole (en-yasu), che è dovuta in particolare al differenziale tra i tassi d’interesse del Giappone, ancora bassi, e quelli degli Usa che ancora non modificano la politica monetaria ultra-restrittiva.

I membri del governo di Tokyo, in ogni caso, ripetono in ogni occasione che adotteranno “azioni appropriate” per impedire speculazioni dello yen, che dovrebbe restare stabile e riflettere i fondamentali economici del Giappone.

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