In campo politico e sociale. Convegno su iniziativa Ore12Sanità
Roma, 14 apr. (askanews) – Superare la senilità ripensandola come longevità attiva degli anziani, attraverso un approccio multidisciplinare che tenga conto dei cambiamenti sociali e culturali del mondo occidentale lungo l’arco della vita. Questo è il messaggio lanciato ieri dai relatori durante il convegno “Senilità: non chiamateci vecchi”, tenutosi nella Sala Capitolare del convento di Santa Maria sopra Minerva, grazie all’iniziativa del mensile “Ore12Sanità” con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità.
“Per migliorare la longevità degli italiani servono urgenti interventi in campo politico, sanitario e sociale, i dati sugli ‘anziani’ diffusi da Eurostat confermano che l’Italia è il Paese Ue con la maggiore quota di over 65 rispetto al totale: il 24 per cento, in pratica un residente su quattro” “A causa degli importanti cambiamenti intervenuti negli ultimi decenni a livello sociale e culturale, oggi la senilità? richiede un approccio sicuramente diverso da parte di istituzioni, operatori sanitari e comunità?” ha raccontato Bove introducendo i lavori. Nascono meno bambini, abbiamo nuclei familiari più ridotti, spesso caratterizzati da instabilità, e dunque meno capaci di far fronte alle necessità dei familiari bisognosi di assistenza (in primis gli anziani non autosufficienti. Dobbiamo sempre tenere in mente che i nostri senior sono un patrimonio prezioso per la comunità”
A discutere dei problemi delicati di questa fase della vita e a proporre soluzioni, sono intervenuti ecclesiastici, docenti universitari, operatori sociali, medici e politici.
Ai lavori, aperti da Katrin Bove, editore di “Ore12Sanità”, che ha spiegato il senso dell’iniziativa e moderati dalle giornaliste Marzia Roncacci (Rai TG2) ed Emma Evangelista, sono intervenuti l’onorevole Simona Baldassarre, assessore Cultura, Pari Opportunità, Politiche giovanili e della Famiglia, Regione Lazio, che ha sottolineato l’importanza della famiglia e delle nuove iniziative di co-housing e Padre Carlo Casalone, rappresentante della Pontificia Accademia per la Vita, che ha citato le parole del Santo Padre sottolineando come gli anziani siano “le radici di cui i giovani hanno bisogno per crescere” la riflessione di Padre Casalone si è concentrata sulla necessità di un nuovo patto intergenerazionale che prenda vita dalle necessità e dallo stato degli anziani che vivono la condizione “di solitudine che può essere compensata con la necessità di favorire scambi proficui tra le diverse generazioni”. Il dibattito ha offerto diverse prospettive sul tema, mettendo al centro le necessità della “nuova età” che si confronta con una realtà dinamica e tecnologica, nonché con le nuove opportunità offerte per la cura del soggetto anziano. Nella prima sessione, di carattere tecnico e politico, sono intervenuti Andrea Costa, esperto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) del Ministero della Salute, che ha sottolineato come il PNRR rappresenti un’opportunità, anche se non può essere considerato la soluzione definitiva dei problemi, evidenziando l’importanza di un approccio basato sull’ascolto e sulla condivisione. Francesco Di Ciommo, Prorettore dell’Università Luiss “Guido Carli”, ha parlato della crisi sociale che l’Occidente sta attraversando, accentuata da una drammatica denatalità, aggiungendo come sia importante valorizzare la fascia senior della popolazione, spesso succube di un consumismo indotto da un capitalismo sfrenato. Ha sottolineato come, sia nel mondo accademico che nella professione medica, l’età compresa tra i 65 e i 70 anni venga spesso considerata come un momento di declino anziché come un periodo di grande sapienza che può ancora e più profittevolmente essere messa a disposizione della comunità. Giuseppe Quintavalle, commissario straordinario dell’ASL Roma1, ha evidenziato l’efficacia del Servizio Sanitario Nazionale italiano, sottolineando che in Italia ci sono oltre duemila ultracentenari, il che è merito della buona sanità del paese. Ha inoltre affrontato il tema della solitudine all’interno delle case degli anziani, dimostrando come un intervento tempestivo possa migliorare l’aspetto psicofisico, sociale e relazionale delle persone anziane, che spesso, anche in assenza di patologie evidenti, manifestano malessere a causa della solitudine. Sebastiano Capurso, Presidente Nazionale di ANASTE (Associazione Nazionale per i Servizi della Terza Età), ha sottolineato la necessità di un approccio diverso alla persona anziana, poiché gli anziani di oggi sono più attivi e performanti rispetto al passato. Ha evidenziato come in Italia ci siano solo trecentomila persone nelle case di riposo, numeri molto inferiori rispetto agli standard europei, a fronte di 4 milioni di nostri connazionali anziani non autosufficienti.
Nella seconda sessione, di carattere scientifico, sono intervenuti i medici Francesco Gabbrielli, direttore del Centro Nazionale per le Linee Guida della Telemedicina, che ha messo in luce come la telemedicina in Italia sia ancora a uno stadio sperimentale, ma che potrebbe offrire un contributo significativo in ambiti come la cronicità, la multi-morbilità e la prevenzione. Francesco Landi, direttore del dipartimento di Scienze dell’Invecchiamento dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e membro del Board Scientifico di Italia Longeva, ha messo l’accento sull’importanza di parlare di longevità anziché di senilità, focalizzandosi sulla qualità della vita già in giovane età. Nicola Mangialardi, direttore emerito di Chirurgia Vascolare presso l’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma, ha parlato principalmente di prevenzione e dell’importanza di prevenire le patologie attraverso programmi di screening, che è il vero game changer rispetto alla longevità, aggiungere vita sana, fisica e mentale, agli anni e non solo con le cure, ma soprattutto con alcune attenzioni quotidiane: alimentazione, attività fisica, attività sociale. Renato Scienza, direttore del progetto europeo di telemedicina “Health Optimum”, ha sottolineato l’importanza della centralizzazione sanitaria, prendendo ad esempio il modello del Veneto e l’efficacia delle cure territoriali per i pazienti con cronicità che possono essere assistiti anche a distanza grazie al supporto della telemedicina.
A concludere i lavori Walter Rodinò, di Ore12 Group, che ha ricordato come ” un anno fa Ore12Sanità promosse un convegno sugli adolescenti, una risorsa di inestimabile valore per la nostra società, oggi abbiamo assistito da un utile e proficuo convegno sugli anziani, un patrimonio di inestimabile valore per la nostra società”. Infine una metafora per riassumere quanto emerso dal proficuo dibattito: “giovani e anziani sono come due ali che devono battere insieme e con forza per volare verso un futuro migliore”.