Zanoni (Cavit): soddisfa domanda di vini più leggeri e versatili
Milano, 6 apr. (askanews) – “Abbiamo un vino bianco fresco e leggero, molto amichevole, simpatico e ben visto anche dai giovani quindi probabilmente porteremo a casa dei volumi in crescita anche quest’anno. Bissare il miracolo dell’anno scorso, con un +3-4% delle bottiglie e con i valori incrementati, potrebbe apparire difficile ma per me non lo è, anche perché oggi possiamo accedere finalmente a dei finanziamenti per la promozione che fino a due-tre anni fa il Consorzio non aveva, perché noi nel giro di sei anni abbiamo posizionato oltre 200 milioni di bottiglie sul mercato internazionale con il solo autofinanziamento dei soci”. A parlare ad askanews è il noto produttore e presidente del Consorzio Tutela Vini Doc Delle Venezie, Albino Armani a margine di un (primo) incontro a Milano dedicato al Pinot Grigio Doc Delle Venezie, durante il quale è stata presentata ad un pubblico di operatori, aziende enologiche e stampa specializzata riunito all’hotel Hilton di Milano, una ricerca realizzata da Ismea.
Perché di questa realtà così importante, che include le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, e la Provincia autonoma di Trentose, se ne parla poco, troppo poco, se si considera che il Pinot Grigio Doc Delle Venezie è il primo vino bianco italiano per volumi d’esportazione (oltre il 95%) e la seconda Denominazione più estesa in Italia e per volumi dopo il Prosecco. Oggi qui si produce l’85% del Pinot grigio italiano e il 43% di quello mondiale: 240 milioni di bottiglie all’anno grazie ad una filiera produttiva, che può contare su un sistema di tracciabilità e certificazione, composta da 6.141 viticoltori, 575 imprese di vinificazione e 371 aziende di imbottigliamento.
Come appurato da Triveneta Certificazioni, la Doc registra un trend in lieve ma costante crescita in termini sia di volumi sia di valore, con il 2023 chiuso con quasi 5 milioni di bottiglie in più sul mercato rispetto all’anno precedente, per un totale di 1.661.384 ettolitri imbottigliati nell’anno solare. Le principali destinazione del Pinot grigio Delle Venezie sono il Nord America (58%) e l’Europa (52%), con gli Stati Uniti che si confermano il mercato che promette le migliori performance nel 2024, potenzialmente seguiti, secondo i produttori intervistati da Ismea, dai Paesi dell’Europa dell’Est, in particolare dalla Polonia. Per quanto riguarda i canali distributivi, i principali sono l’Horeca e i grossisti (entrambi con il 48%), e la Gdo (con il 42%), segmento in cui le aziende del campione hanno visto incrementare maggiormente le proprie vendite rispetto all’anno passato, mentre i i negozi specializzati e l’online si attestano rispettivamente al 27% e 15%.
“Sono passati sette anni da quando la Denominazione venne costituita, affiancandosi ad altre venti coinvolte nella produzione di Pinot Grigio nel Triveneto” ha ricordato Armani, sottolineando che “oggi il ruolo di Delle Venezie deve essere saldo nel portare avanti i grandi gruppi, i grandi player che ne fanno una Denominazione rassicurante e appetibile ai più grandi gruppi di distribuzione mondiale, a cui possiamo garantire una stabilità di prezzo, di volumi e di qualità. La filiera del territorio del Nord Est è matura e lo si vede perché quando ci sono sacrifici da fare sui quantativi li facciamo, quando c’è da chiedere un miglioramento della qualità la otteniamo, quando c’è bisogno di tracciabilità attraverso la fascetta di Stato nessuno si tira indietro” ha continuato il presidente, chiosando che “questa maturità del territorio mi rassicura, so che il sistema terrà”.
A chiusura della relazione di Ismea, esposta da Fabio Del Bravo, si è tenuto un dibattito, moderato da Luciano Ferraro, dedicato alle strategie di promozione per consolidare la presenza sui mercati maturi e per conquistarne di nuovi, a cui hanno partecipato, oltre ad Armani, il presidente di Ice Agenzia, Matteo Zoppas, Augusto Reggiani del Gabinetto del ministero delle Imprese e del Made in Italy, l’Ad di Argea, Massimo Romani, il Dg di Cavit, Enrico Zanoni, e l’Ad di Cantine Viticoltori Veneto Orientale (Vivo), Franco Passador. “Nei mercati dove la presenza del nostro Pinot Grigio Delle Venezie è più consolidata, come Nord America, UK ed Europa Continentale, il nostro obiettivo principale deve essere la premiumizzazione del prodotto, associandolo ai grandi marchi trainanti che aiutino a renderlo un vero e proprio simbolo di eccellenza sul mercato” ha spiegato Romani, ricordando che “il Pinot Grigio del Nordest già possiede nella propria natura molti elementi che ne determinano il successo, ma considerando i buoni risultati registrati da altri Pinot Grigio territoriali, come quelli siciliano ed abruzzese, sarà essenziale concentrarsi sull’incremento del valore e sui caratteri distintivi della Doc Delle Venezie”.
“Il Pinot Grigio italiano continua a mostrare grande resilienza in un mercato che oggi manifesta disaffezione al vino soprattutto da parte dei giovani, perché è in grado di soddisfare la crescente domanda di vini più leggeri e versatili” ha sottolineato Zanoni, aggiungendo che “non possiamo poi sottovalutare l’importanza del valore di marca nella promozione del prodotto,tenendo conto che il valore della Denominazione deve crescere parallelamente a quello dei grandi brand”. “Quello della sostenibilità ambientale è un tema strategico, che caratterizza la filiera Doc Delle Venezie raggiungendo una percentuale eccezionale in termini di adesione agli standard di sostenibilità, pari ad oltre il 70%, con la nostra realtà che si distingue ulteriormente superando l’80%” ha quindi evidenziato Passador, elogiando “la sensibilità e la pronta risposta degli agricoltori nell’adesione alla coltivazione con il metodo biologico e a schemi di certificazione volontaria SQNPI, ViVa ed Equalitas”. Il numero uno di Vivo, ha quindi posto l’accento sulla filiera interamente certificata che utilizza su tutto il vino confezionato in commercio il contrassegno di Stato a garanzia della tracciabilità. “Si tratta di un elemento spesso trascurato nella comunicazione al consumatore che invece dovrebbe essere posto in primo piano, a differenza di altre produzioni nazionali di Pinot Grigio che ne sono prive” ha detto Passador, sottolineando che “la ‘fascetta’ è uno dei nostri punti di forza, un messaggio che il consumatore deve comprendere e privilegiare nella scelta d’acquisto”.
“Dobbiamo renderci conto che il nostro Consorzio agisce in un ambito di Denominazione a cappello, cioè veniamo spesso scelti perché abbiamo dimensioni tali per essere rassicuranti e accettati da mercati da determinati volumi” ha continuato Armani parlando con askanews, precisando che “le altre venti Denominazioni debbono avere l’ambizione di portare sul mercato delle eccellenze con numeri più piccoli e, giustamente, magari con prezzi e posizionamenti più elevati. Dobbiamo metterci gli uni al servizio degli altri perché abbiamo 27mila ettari da tutelare nel Nord Est: è come la tastiera di un pianoforte, alcune Denominazioni purtroppo hanno un tasto solo mentre il Nord Est può agire su venti più un tasto del pianoforte, facciamoli suonare tutti e avremo una melodia sicuramente più interessante”.