Non pensa al ritiro. Non suonerei per Putin, Trump e Netanyahu
Londra, 1 apr. (askanews) – Irriverente e trascinante, Zucchero non ha peli sulla lingua e oltre a coinvolgere il pubblico con la sua musica racconta la realtà con genuina spontaneità. Da Londra dove è partito il 30 marzo dalla Royal Albert Hall con l’Overdose D’Amore World Wild Tour, racconta il suo rapporto con la musica che è la sua vita. Negli anni è sempre stato irriverente e goliardico ma mai violento e alla domanda sul protocollo proposto dal sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi contro i testi violenti in musica, replica: “Non credo che Francesco Guccini, Fabrizio De André o Francesco De Gregori lo sottoscriverebbero e non la firmerei neanche io. Possono farlo perché non c’è nessuno che si ribella. Ma c’è qualcuno tra i politici che a parole è meno violento di uno che scrive testi? Solamente il fatto di vederli in TV è già una violenza terribile”.
Sul palco di Londra ha voluto ricordare la sua prima volta a alla Royal Albert Hall, come supporter di Eric Clapton per 12 serate: “Era il 1991 la finestra della mia camera in hotel era aperta e volevo buttarmi giù. Torno sempre nello stesso hotel ma ora le finestre possono stare chiuse”. Nelle sue canzoni c’è il dolore e la sofferenza ma anche uno spiraglio di speranza. “Cerco di mettere luce nei miei brani, sono diventato più positivo” ha detto Zucchero che ha più volte raccontato i momenti bui della depressione. “Viviamo tempi bui, anzi è proprio notte fonda”, Zucchero, però “In questi momenti, tendo a esser più solare possibile, a trovare più luce possibile”.
Zucchero Sugar Fornaciari che a giugno sbarcherà in cinque stadi italiani, ha i live nel sangue e nel tempio della musica britannica ha trascinato in pubblico per due ore e mezza. Lui non pensa al ritiro, e spiega “Vasco a detto di voler morire sul palco ma io l’ho detto prima di lui e ci sono anche andato vicino. Nel futuro il live avrà una parte sempre più importante nella mia vita, ma certo dipende anche da come regge il fisico. Però faccio annunci e promesse che magari non posso mantenere, un giorno scenderò dal palco e sarà l’ultimo”. Non poteva ovviamente mancare la battuta su Sanremo: “Non è che non mi voglia il festival e che non so se ci andrei io. Ha un po’ straccato i coglioni, usando un termine dialettale emiliano. E poi vado in gara a far cosa? Ci sono già troppi premi”.
I suoi concerti sono capolavori di artigianalità musicale, con chitarre e batteria che cantano insieme alle voci del coro, Zucchero è stato uno dei primi italiani ad aver conquistato il pubblico internazionale e ad aver esportato i suoi live. Dopo la leg europea sarà negli Stati Uniti, poi in Canada e Sud America, ma non in Russia nel tour: “Ci andavo volentieri, ho fatto il mio primo concerto al Cremlino nel 1990. Adesso non ci tornerei nemmeno su invito, ma non suonerei neppure Netanyahu o Trump”.
Per le speciali date negli stadi italiani, Zucchero trasformerà i suoi show in una festa collettiva in cui la sua energia contagiosa e le sue canzoni saranno protagoniste di 5 notti indimenticabili. Sarà l’occasione per assistere a uno spettacolo mozzafiato ricco di sorprese e di grande musica dal vivo. Queste le date negli Stadi. 23 giugno al Bluenergy Stadium – Stadio Friuli di Udine; 27 giugno allo Stadio Dall’Ara di Bologna; 30 giugno allo Stadio Franco Scoglio di Messina; 2 luglio allo Stadio Adriatico Giovanni Cornacchia di Pescara; 4 luglio allo Stadio San Siro di Milano.
Di Alessandra Velluto