Comunità LGBTQ+ in festa: manca sì Senato, Corte costituzionale, re
Roma, 27 mar. (askanews) – La Camera dei Rappresentanti della Thailandia ha approvato oggi un disegno di legge che legalizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso, facendo fare un ulteriore passo verso il riconoscimento dei diritti matrimoniali alla comunità LGBTQ+. Se l’iter si concluderà positivamente, la Thailandia sarà il primo paese del Sudest asiatico a riconoscere le nozze gay.
Toccherà ora al Senato approvare entro 60 giorni a sua volta il provvedimento normativo o chiedere emendamenti. Ma in mezzo ci sarà il rinnovo della camera alta, i cui componenti scadono l’11 maggio. Il nuovo Senato di 200 membri sarà scelto con elezione indiretta.
La norma passerà poi al vaglio della Corte Costituzionale, prima di essere collocata sulla scrivania del re, che dovrà a sua volta approvarla, entro 120 giorni.
I deputati hanno sventolato bandiere arcobaleno durante lo spoglio dei voti. Il disegno di legge è stato approvato con 400 voti favorevoli e solo 10 contrari.
“L’abbiamo fatto per il popolo Thai, per ridurre le disparità e creare vera uguaglianza”, ha detto con entusiasmo Danuphorn Punnakanta, parlamentare e presidente del comitato parlamentare promotore della proposta di legge. “Invito tutti voi – ha continuato – a fare la storia”.
Si tratta del primo grande risultato legislativo raggiunto dal governo del primo ministro Srettha Thavisin, dopo sei mesi di mandato.
La norma appone 68 modifiche al codice civile e commerciale tailandese, eliminando definizioni come “marito” e “moglie” in “coniuge”. Inoltre elimina riferimenti al genere rispetto a temi che riguardano diritti civili ed economici.
In Asia, fino a ora, solo Taiwan e Nepal riconoscono il matrimonio tra persone dello stesso genere.
La Thailandia ha da sempre una vibrante scena LGBTQ+, che però si trova a convivere con una società conservatrice di stampo buddista e, in alcune aree del paese, musulmana.
Non si prevede alcuna grande opposizione al disegno di legge al Senato, ma la riforma potrebbe dover affrontare delle sfide una volta giunta alla Corte Costituzionale, che nel 2020 ha dato il via libera all’attuale legge matrimoniale nella quale è riconosciuto esclusivamente il matrimonio eterosessuale.