Padre Benanti: serve strategia strumenti di controllo necessari
Roma, 27 mar. (askanews) – Dove ci sta portando l’intelligenza artificiale? Quale è la sfida per le imprese, il lavoro, la pubblica amministrazione, la società? Questi i principali interrogativi a cui si è provato a dare risposta con il convengo alla università Luiss-Guido Carli dal titolo ‘Innovazione e visione: l’Italia al centro della governance dell’AI’. Domenico Lombardi, direttore Policy Observatory della Luiss School of Government, ha subito chiarito come “l’intelligenza artificiale sia un qualcosa che spaventa perché rappresenta una tecnologia che sostituisce il ragionamento dell’uomo”.
Il corporate vice president and deputy general counsel di Microsoft, Antony Cook, ha spiegato che “l’AI offre una gamma di opportunità molto maggiore a tutto quello che c’è stato in passato e sinora”. Il simbolo scelto dall’azienda americana per il ‘Blueprint’ è quello dell’ulivo, lo stesso che presenta il prossimo G7 in programma in Italia. Anche per questo l’avvertimento che arriva dal manager Usa è quello di una “grande attenzione ai deep fake ed alla violazione del copyright”. Insomma – sottolinea – “servono freni di emergenza”.
Il presidente della Commissione AI per l’informazione, padre Paolo Benanti, che è anche docente alla Pontificia Università Gregoriana, ha aggiunto: “Di fronte allo sviluppo di una tecnologia si ha il dovere di intervenire nell’ottica della sostenibilità sociale. Con la nascita dell’auto, della libertà di movimento in velocità, è emersa la necessità di un codice della strada”. Perciò è in qualche modo necessaria una strategia di strumenti di controllo. Padre Benanti ha poi ricordato: “Le Nazioni unite prima e poi l’Unione europea hanno adottato risoluzioni. Il compito è quello di riconoscere il linguaggio e la produzione generativa”.
Il professor Giuseppe Italiano, ordinario di Computer Science della Luiss, ha detto: “Per arrivare a 50 milioni di utenti il mercato delle automobili ha impiegato 62 anni. I social network in pochi mesi od addirittura in una manciata di giorni conquistano quote anche superiori ai 50 milioni. La sfida è enorme. Ricorda la rivoluzione dell’invenzione della stampa”. E ha quindi proseguito: “L’Italia è tra gli ultimi paesi in competenza digitale. L’analfabetismo funzionale, cioè la incapacità di usare in modo efficace le abilità di lettura, scrittura e calcolo nel quotidiano, riguarda una quota vicina al 28 per cento.
L’amministratore delegato di Microsoft Italia, Vincenzo Esposito, si è rivolto ai tanti studenti presenti nella hall del ‘Dome’ dell’ateneo romano, ed ha detto: “L’intelligenza artificiale non deve spaventare per il suo impatto sul mercato del lavoro. Perché la demografia indica come nel prossimo futuro vi saranno più persone che escono rispetto a quelle che entrano. Bisognerà capire che tipo di attività potrò fare. Alcuni lavori non esisteranno più, è certo. Non bisogna avere paura a dirlo. Ma è un dato positivo”.
In merito alle richieste che Microsoft ha ricevuto riguardo l’AI, Esposito ha detto: “Il consiglio per le aziende è quello di provare e sperimentare. Quello con cui ci confrontiamo non è il 2.0 di qualcosa ma un cambio assoluto di prospettiva”. Mario Nobile, direttore generale della Agenzia per l’Italia digitale, ha aggiunto: “La ricerca in Italia è al settimo posto a livello mondiale. Manca sicuramente l’ultimo miglio”. Quindi ha spiegato: “Le competenze, il sapere cosa stiamo facendo è fondamentale. Così come il controllo dei data center”.
Cook ha ricordato come Microsoft abbia lavorato da tempo per garantire un sistema di intelligenza artificiale sicuro e affidabile. “Nel maggio 2023 ha pubblicato Governing AI: A Blueprint for the future con il quale presenta un piano per indirizzare e gestire i principali temi che solleva l’AI anche tramite la creazione di un quadro regolamentare e normativo specifico per l’AI. Oltre alle normative nazionali è necessario una partnership tra pubblico e privato”.
Quindi – si ricorda – come “per far sì che i molteplici aspetti diversi della governance dell’IA funzionino a livello internazionale, ci sarà bisogno di un quadro multilaterale che colleghi le varie norme nazionali e garantisca che un sistema di IA certificato come sicuro in una giurisdizione possa qualificarsi come sicuro anche in un’altra”.