Battista: fari puntati su una filiera d’eccellenza
Roma, 27 mar. (askanews) – Con una produzione di oltre 3 milioni di ettolitri, derivante dalla coltivazione di oltre 133mila ettari, il vigneto da vino biologico italiano presenta valori di superficie molto eterogenei, che vanno dai poco più di 100 ettari di Valle d’Aosta e Liguria ai quasi 37mila ettari della Sicilia, ma caratteristiche qualitative decisamente più omogenee ed elevate, con produzioni spalmate lungo tutta la Penisola che si concentrano principalmente in Sicilia, Toscana, Puglia, Veneto, Marche ed Emilia-Romagna.
Muove da queste premesse la partecipazione della Copagri alla 56esima edizione del Salone internazionale dei vini e distillati Vinitaly, in programma dal 14 al 17 aprile 2024 negli spazi dell’ente fieristico Veronafiere, dove la Confederazione Produttori Agricoli metterà in risalto le eccellenze della vitivinicoltura biologica nazionale, con particolare riferimento alle produzioni provenienti da Puglia, Calabria, Abruzzo, Toscana e Lombardia.
Non mancheranno esempi della elevatissima qualità della vitivinicoltura tradizionale; nello spazio della Copagri, infatti, troverà posto anche un’ampia selezione delle produzioni di numerose cantine associate provenienti da tutto il Paese, a testimoniare la varietà e biodiversità dei territori vitivinicoli italiani, e soprattutto quelli di Veneto, Campania, Marche, Sicilia e Sardegna.
“Parliamo di uno dei settori di punta dell’agroalimentare nazionale, una filiera d’eccellenza che continua a trainare l’agroalimentare del Paese, nelle esportazioni, nei consumi e in tutti i numeri legati all’indotto; un comparto che vale oltre 31 miliardi di euro, oltre la metà dei quali derivanti dalla parte produttiva, e che grazie a più di 500mila aziende impegna quasi 900milaoccupati, per un totale di circa 7,4 miliardi di euro di esportazioni”, ricorda il presidente della Copagri Tommaso Battista.