La prima sentenza di un tribunale di secondo grado
Roma, 14 mar. (askanews) – Un tribunale giapponese ha emesso una sentenza oggi nella quale si afferma che la mancanza di riconoscimento legale del matrimonio tra persone dello stesso sesso da parte è incostituzionale, confermando uno storico verdetto emesso da un tribunale di grado inferiore nel 2021. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.
E’ la prima volta che un tribunale di rango costituzionale emette una sentenza del genere, che implica anche l’ordine di modificare i codici in maniera da prevedere la possibilità del matrimonio omosessuale.
La sentenza è un secondo grado di giudizio, dopo che in primo grado il tribunale distrettuale di Hokkaido aveva sentenziato già a favore dei ricorrenti, segnalando che il divieto di matrimonio omosessuale violava la parità costituzionale tra i cittadini.
Nella sentenza odierna, il giudice capo Kiyofumi Saito dell’Alta Corte di Sapporo, a proposito dell’articolo della Costituzione che garantisce la libertà del matrimonio ha affermato: “Essa sottende allo scopo di prevedere il matrimonio come libera unione tra le persone. È appropriato ritenere che la legge preveda la stessa tutela per i matrimoni tra persone di sesso opposto, come per i matrimoni tra persone dello stesso sesso”. E ha quindi aggiunto: “Agli omosessuali non è garantita la vita sociale attraverso il matrimonio, e sono quindi in una situazione di svantaggio significativo, che causa loro un senso di perdita di identità e di perdita della loro personalità, la quale costituisce una base per la dignità individuale”.
Pur non riconoscendo ai ricorrenti il diritto a un risarcimento da parte dello Stato, il tribubale ha comunque esortato il governo a “discutere immediatamente il matrimonio tra persone dello stesso sesso, compresa l’applicazione dello stesso sistema matrimoniale del matrimonio tra persone di sesso opposto”.
Il governo ha finora sempre negato la possibilità del matrimonio omosessuale, sostenendo che la Costituzione presuppone che i matrimoni siano solo tra coppie eterosessuali. I tribunali, interpellati a più riprese, hanno emesso verdetti spesso contrastanti, fino a questo che è il primo verdetto di un’Alta Corte.