Gava (Mase): “No a politiche di depauperamento sociale e desertificazione industriale”

“Non sono le scelte negative che trasformano la società ma le scelte positive. Le scelte politiche in materia di sostenibilità non devono penalizzare lavoratori e imprese ma devono premiare comportamenti ambientalmente sostenibili attraverso consistenti sgravi fiscali e investimenti pubblici.

Tutte le scelte vanno mediate sul campo, non possono essere dogmatiche. Bisogna riavvicinare il decisore politico a chi, tutti i giorni, affronta sul campo lo scotto della scelta ambientale. Se si scegli di essere ambientalisti in Europa, l’Europa lo deve pretendere, poi, dal resto del mondo”.

Lo ha dichiarato Angelo Bruscino, presidente di Confapi Campania e Confidi Pmi, autore del libro “L’ambientalismo possibile, Green deal, Pnrr e transizione energetica: la grande trasformazione dell’Italia del futuro”, edito da Historica Giubilei Regnani, nel corso della presentazione svoltasi presso la sala Serpieri di Confagricoltura a Roma.

“Il green new deal e l’ambientalismo in particolare devono superare le correnti ideologiche. L’ambientalismo deve diventare una religione laica a disposizione di tutti che governa l’economia e le scelte politiche e deve aiutarci a trasformare la società nella direzione della crescita e della produzione di benessere. Anche pagando costi più alti di alcune scelte che devono garantire di trasformarsi in un beneficio per le future generazioni”.

Per Alessio Postiglione, co-autore del libro: “L’ambientalismo, per essere possibile, deve trovare la quadra tra la sostenibilità ambientale con quella sociale ed economica. Spesso oggi ci confrontiamo con un ambientalismo ideologico che propone la decrescita ed è a volte contro le imprese e gli agricoltori.

Invece bisogna rendere la nostra economia più efficiente ed equa affinché guardi agli interessi delle prossime generazioni. L’equilibrio tra ambiente e sviluppo industriale è complesso e dinamico, bisogna parlarne pubblicamente informando i cittadini.

I costi della transizione energetica non possono essere a spese delle imprese e dei lavoratori. Se parliamo di un obiettivo pubblico servono politiche industriali adeguate che tendano alla transizione da sostenere”.

L’incontro si è aperto con un messaggio di Vannia Gava, Viceministro dell’Ambiente: “La parola vincente per il futuro del nostro Paese e delle economie in generale è sostenibilità. Non è immaginabile perseguire la pur necessaria tutela ambientale e gli obiettivi di decarbonizzazione collettivamente assunti attraverso politiche di depauperamento sociale e desertificazione industriale.

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e il Governo italiano sono impegnati sui tavoli europei ed internazionali per favorire una visone che sia quanto più possibile orientata al giusto bilanciamento delle diverse variabili che compongono il complesso percorso di transizione, assumendo sì obiettivi sfidanti, ma che siano sostenibili, consapevoli del dovere di accompagnare le nostre comunità e i nostri sistemi industriali verso la riconversione ed una nuova sensibilità culturale”.

Sulla necessità di coinvolgere le giovani generazioni si è soffermata Simona Baldassarre, assessore della Regione Lazio alle Politiche giovanili: “Il green deal coinvolge i giovani che si appassionano al tema della difesa ambientale.

Ma bisogna spiegare loro che non servono religioni estreme ma bisogna credere in un ambientalismo sano, non quello degli eco-vandali. Insegniamo loro la cultura del rispetto ambientale in maniera sana e non estrema”.

Padrone di casa in rappresentanza di Confagricoltura Donato Rotundo, direttore dell’area sviluppo sostenibile: “Occorre fare uno sforzo importante dopo quello che è successo nelle ultime settimane.

Il green deal e la politica agricola comune erano state programmate prima del Covid e delle guerre. Oggi c’è la necessità di aggiornarle e serve gradualità nell’adozione di alcuni interventi che rischiano di far perdere competitività alle imprese”.

Nel corso della conferenza è stato presentato il dossier “Italia green”. La sfida tra politica ambientale e innovazione energetica, per Nazione Futura, curato da Ciro Miale.

“La transizione energetica è la sfida delle sfide. Nel nostro dossier – ha sottolineato Miale – abbiamo approfondito il piano per l’Energia e il Clima presentato all’Europa dall’Italia nel giugno 2023 con l’approvazione attesa entro giugno 2024, e abbiamo approfondito il tema delle RePower EU nella rimodulazione del Pnrr che stanziano oltre 11 miliardi di euro per la decarbonizzazione dei processi produttivi e per l’installazione di impianti fotovoltaici ed eolici dando anche incentivi per le comunità energetiche”.

Secondo Serena Bianchini, delegata Ferpi Lazio: “Il tema della comunicazione ambientale diventa fondamentale quando si parla di sostenibilità perché si estende in questo caso alla politica, alla società ed all’economia. Deve quindi essere gestita necessariamente da professionisti esperti in comunicazione di crisi che sappiano lavorare bene con tematiche così delicate”.

Lorenzo Castellani, docente della Luiss, ha sottolineato che “il potere sta diventando sempre più tecnico e burocratico a detrimento delle imprese medie e piccole dei settori tradizionali. Bisogna comprendere bene questo fenomeno per comprendere i rischi ed evitare derive pianificatrici centraliste e dirigiste che penalizzano chi produce e chi lavora”.

L’articolo Sostenibilità, Bruscino (Confapi): “Premiare aziende virtuose con sgravi fiscali e incentivi” proviene da Notiziedi.it.

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