Dal 10 al 16 campagna informazione di IAPB Italia Onlus
Roma, 7 mar. (askanews) – Secondo “Vista in Salute – Report 2019/2022” dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità – IAPB Italia Onlus, nel mondo le persone affette da glaucoma sono circa 76 milioni, circa 1 milione nel nostro Paese, di cui però più o meno la metà non è consapevole di esserne affetta. Infatti, gran parte della popolazione non sa che cosa è il glaucoma e del grave rischio di perdita della vista che ne consegue. E anche chi ha sentito parlare di questa patologia e la conosce pensa che i sintomi siano riconoscibili e permettano di accorgersene in tempo. Ma non è così.
Per informare sui rischi e i danni che questo “ladro silenzioso della vista” può arrecare, da domenica 10 a sabato 16 marzo torna in 100 piazze italiane “La Settimana Mondiale del Glaucoma” di IAPB Italia Onlus, una grande campagna di sensibilizzazione che coinvolge in modo capillare i territori grazie alla collaborazione delle strutture territoriali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, con la distribuzione di opuscoli informativi nelle piazze dei capoluoghi di provincia, interviste a medici oculisti sui media locali e controlli gratuiti o visite di approfondimento con oftalmologi.
Gli opuscoli rispondono in modo efficace alle domande che garantiscono una conoscenza di base del glaucoma: “Cos’è?”; “È una malattia rara?”; “Quali sono i sintomi?”; “Si può curare?”; “Come posso sapere se ho il glaucoma?”. Il glaucoma – spiega IAPB Italia Onlus – è una malattia degli occhi che danneggia il nervo ottico, spesso associato ad un aumento della pressione oculare ed è la principale causa di cecità irreversibile nel mondo. Dà sintomi solo in fase avanzata, quando i danni causati non sono più riparabili. La progressione della malattia, inoltre, è così lenta che il paziente non si accorge di nulla per molto tempo. Per poterla curare è necessario riconoscerla quando i sintomi non si sono ancora manifestati. Per sapere se si ha il glaucoma è sufficiente rivolgersi a un medico oculista che con una visita specialistica può diagnosticarlo in tempo.
“Sembra di poter affermare – sostiene Mario Barbuto, presidente di IAPB Italia Onlus – che gli attuali modelli sanitari non sono più in grado di gestire il bisogno di salute visiva di una popolazione che richiede che la prevenzione entri efficacemente nei percorsi di cura. Né è prova l’esistenza di lunghe liste di attesa”.
“Noi riscontriamo una consapevolezza nella popolazione, per certi versi timidamente accresciuta, sulla necessità di prevenzione delle malattie oculari – prosegue Barbuto – ma l’offerta pubblica utilizza vecchi modelli di salute oculare, incapaci di assicurare l’accesso ad una visita oculistica a coloro che rischiano di perdere in tutto o in parte la vista. Più precisamente, non c’è ancora una selezione al livello territoriale che faccia da filtro per garantire a coloro che necessitano di accedere prioritariamente alle cure, di raggiungere rapidamente i centri specializzati, ossia gli ospedali. In tal modo si liberano gli ospedali dalla pressione di visite differibili e si tutela la vista di chi è più a rischio ipovisione e cecità. Perciò il Servizio Sanitario Nazionale si deve riorganizzare per garantire l’accesso effettivo ai servizi pubblici oftalmici”.