Audizione alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati
Roma, 5 mar. (askanews) – L’Italia vanta già una serie di aziende di alto valore tecnologico nella filiera dell’Intelligenza Artificiale, e può contare su una diversi Atenei che formano i talenti necessari alla crescita del settore. Eppure in assenza di misure sistemiche che facciano crescere competenze italiane nel settore, si assiste al fenomeno di “brain drain” perché i nostri migliori talenti trovano occasioni di lavoro all’estero. Occorre ridurre la dipendenza tecnologica da altri Paesi per cogliere le occasioni di vantaggio fornite dall’IA anche nel settore produttivo. È il quadro che ha tracciato Antonio Baldassarra, Ceo di Seeweb – azienda italiana con Data Center nel Lazio e nella Lombardia e impegnata nel fornire infrastrutture per l’Intelligenza Artificiale – che questa mattina è intervenuta in audizione alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati nel corso dell’Indagine Conoscitiva sull’Intelligenza Artificiale.
“Siamo portati a vedere solamente le esternalità negative dell’IA – ha detto Baldassarra – che pur ci sono e sono rilevanti, come ad esempio le infrazioni della privacy, i rischi per la cybersecurity, le implicazioni in materia di antitrust, la tutela del consumatore e non da ultimo la concorrenza fiscale. Invece, dovremmo anche dare maggiore valore alle nostre aziende che sono impegnate nella filiera dell’intelligenza artificiale, come i fornitori italiani di servizi cloud. Le Istituzioni, la Pubblica Amministrazione già sfruttano questa tecnologia, e in futuro ne faranno un utilizzo sempre maggiore. Per questo la transizione digitale accompagnata dall’IA rappresenta un’opportunità enorme se sapientemente governata, anche per la nostra economia”.
“Attualmente – ha ricordato Baldassarra – la forza lavoro specializzata nell’Intelligenza Artificiale e nelle materie STEM viene formata nelle nostre Università, ma poi finisce inesorabilmente per essere attratta dalle aziende tecnologiche più note a livello globale. Dobbiamo invertire questa tendenza facendo crescere le industrie locali anche con il supporto della commessa pubblica di servizi digitali – ha detto ancora il Ceo di Seeweb. In questo modo, si amplieranno le competenze e l’Italia in generale diventerà un Paese attrattivo per investitori e per i lavoratori della conoscenza italiani ed esteri”. L’effetto positivo poi si estenderà anche ad altri settori: “riguarderà prima quelli contigui, poi si espanderà a macchia d’olio. Le ricadute positive sull’occupazione saranno generali, visto che la fuga di cervelli, purtroppo, non interessa solamente gli sviluppatori”.
In questo processo, le Università rivestono un ruolo fondamentale, ma è necessario che cambino approccio. “I nostri talenti – ha sottolineato Baldassarra – spesso vengono forgiati per lavorare unicamente sui sistemi proprietari oggi dominanti, quelli sviluppati dalle Bigtech internazionali. E questo di fatto esclude una conoscenza di tecniche ulteriori e diverse”. Secondo Seeweb, quindi, è fondamentale sostenere la crescita delle imprese italiane. “Il nostro programma di public procurement di beni e servizi indirizzati per il settore pubblico – ha detto Baldassarra – deve sostenere le imprese italiane ad alta tecnologia in modo da accelerare la produzione locale delle diverse soluzioni innovative per l’erogazione dei nostri servizi pubblici”. Come hanno già fatto altri Stati europei, “anche l’Italia può introdurre misure selettive per garantire alle PMI dell’innovazione attive nell’IA di poter ricevere adeguate porzioni di incentivi per continuare a crescere grazie all’importante volano costituito dalla commessa pubblica. Occorre di conseguenza, anche superare il peso della burocrazia che penalizza in misura non proporzionale le aziende più piccole, rispetto ai grandi player globali” ha concluso.