Pechino: rafforzeremo nostra impronta nel settore dell’IA

Roma, 5 mar. (askanews) – Il Congresso nazionale del popolo (Cnp), riunito a Pechino nell’ambito delle Due Sessioni, ha dichiarato oggi che le sanzioni Usa e le altre misure per contenere la Cina nella tecnologia – tra cui 5G, i semiconduttori e l’intelligenza artificiale – alla fine “si riveleranno inutili”. Lo riferisce il South China Morning Post.

“Per qualsiasi tecnologia conosciuta dall’uomo, non possono soffocarci. È solo questione di tempo”, ha detto il portavoce del Congresso nazionale del popolo Lou Qinjian a Pechino durante il primo giorno della riunione annuale. “La Cina – ha continuato – è ferma nella sua determinazione a garantire l’autosufficienza nella scienza e nella tecnologia. Nessun ostacolo tecnologico è troppo grande da superare finché persistiamo nei nostri sforzi”.

Lou ha affermato che la risposta della Cina alla strategia di contenimento degli Stati Uniti non sarò l’autoisolamento ma piuttosto una chiamata alle armi per l’innovazione tecnologica e la collaborazione globale. “Rafforzaremo la creazione, l’applicazione e la protezione dei diritti di proprietà intellettuale scientifica e tecnologica”, ha affermato Lou. “Parteciperemo inoltre attivamente alla rete globale di innovazione, promuoveremo congiuntamente la ricerca di base, faciliteremo la trasformazione dei risultati scientifici e tecnologici, coltiveremo nuovi motori di sviluppo economico e miglioreremo il benessere umano”.

Ha aggiunto che le pratiche della Casa Bianca che cercano di disaccoppiare, interrompere le catene di approvvigionamento o adottare un approccio da “piccolo cortile, recinzione alta” nei confronti della Cina non hanno fatto altro che ostacolare il progresso tecnologico globale, indebolire lo sviluppo industriale in tutto il mondo e ampliare il “divario nello sviluppo globale”.

Le dichiarazioni vengono in un momento in cui le prospettive per l’industria cinese dei semiconduttori sotto le sanzioni statunitensi appaiono contrastate. Pechino fatica a produrre chip più avanzati, per qauanto industrie come Huawei abbiano fatto grandi passi in avanti. Al momento, i chip di fascia più alta, quelli ad alta capacità per l’intelligenza artificiale, sono appannaggio degli Stati uniti e dei paesi occidentali.

“I nostri futuri sforzi legislativi – ha detto ancora Lou – saranno orientati verso l’innovazione della stimolazione tecnologica, in particolare nell’affrontare le preoccupazioni etiche, morali e di sicurezza nelle tecnologie di frontiera come l’intelligenza artificiale e la biotecnologia, con l’obiettivo finale di perfezionare continuamente il quadro giuridico cinese per la scienza e la tecnologia”. Al momento la Cina non si è ancora dotata di una legge sull’IA, anche se lo scorso anno l’Amministrazione cinese per il cyberspazio ha pubblicato una bozza di regolamento di settore.

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