Per contenere rincari olio d’oliva (+80%) riduce quantità nelle confezioni
Milano, 28 feb. (askanews) – Il grupo Consorcio punta a un raddoppio in cinque anni del fatturato in Italia e a una crescita a doppia cifra per il 2024. Obiettivi che perseguirà operando direttamente, attraverso la nuova filiale, attiva da gennaio a Milano, e una sua rete di vendita. Per l’azienda spagnola fondata nel 1950 a Santona, cittadina sul mare della Cantabria, è come riannodare un po’ i fili col proprio passato, ma significa anche investimenti su un mercato, quello italiano, che è secondo solo alla Spagna. “Per noi è un giorno importante ed emozionante – ha detto Valeria Piaggio, vicepresidente di Grupo Consorcio e rappresentante della terza generazione in azienda – perché sancisce il legame fortissimo con l’Italia. L’azienda è stata fondata da mio nonno Giacomo Croce e poi è passata a mia madre Cristina, la nostra attuale presidente. Ma è importante anche dal punto di vista business perchè per il gruppo l’Italia è il primo Paese d’esportazione e da più di 50 anni apprezza moltissimo la qualità dei nostri prodotti”.
Il marchio Consorcio, 78 milioni di fatturato nel 2022 di cui il 59% legati alle esportazioni, è presente nel nostro Paese fin dagli anni 70, attraverso alcuni distributori, l’ultimo dei quali Nostromo, del gruppo iberico Calvo, il cui accordo decennale si è concluso a dicembre 2023. In vista di quella scadenza è maturata la decisione di operare direttamente in Italia dove il mercato del tonno in olio d’oliva vale circa 1,1 miliardi, con una crescita a valore nel 2023 del 7,3% e un calo a volume che ha sfiorato il 5%. In questo quadro “noi occupiamo il segmento premium e fatturiamo circa 20 milioni di euro, dati 2022, in un segmento, quello premium, che vale circa il 10% del totale tonno”, ci ha spiegato Dario De Stefano, general sales manager Italia di grupo Consorcio. “Il nostro obiettivo da qui a 5 anni è di raddoppiare il fatturato – ha proseguito – con la nuova struttura, tre persone nel commerciale, due nel back office e 11 agenti sul territorio, stiamo lavorando per raggiungere i nostri obiettivi, di rafforzare il valore della marca, già oggi è molto forte al nord Italia, e crescere nelle aree di sviluppo che sono ovviamente più forti nel centro e nel sud d’Italia, anche per ragioni di prezzo”.
Accanto alla crescita nel centro-sud, il grupo Consorcio amplierà la propria offerta puntando oltre che sul core business, quello del tonno, anche sul segmento delle acciughe del Cantabrico, forte della posizione naturalmente favorevole dello stabilimento di Santona, praticamente a “centimetro zero”. Oggi il mercato delle acciughe vale 108 milioni di euro in Italia, quelle del Cantabrico sono l’11% ma da qualche anno registrano un tasso di crescita superiore a quello del mercato. Ed è lì che punta l’azienda spagnola che, tuttavia, dovrà fare anche cultura di prodotto nel nostro mercato, dove tradizionalmente sono usate più come ingrediente che alimento da portata. “In Spagna siamo leader nel segmento della acciughe del Cantabrico e il nostro obiettivo è quello di avere anche in Italia un’analoga posizione – ha sottolineato De Stefano – Ma questa crescita importante pensiamo di poterla realizzare offrendo nuove opportunità di consumo anche in segmenti dove oggi non siamo ancora presenti”. Da marzo infatti l’azienda entra nel mercato del fresco take-away, con piatti pronti a base di tonno e acciughe del Cantabrico, preparati con la tecnologia Hpp, un metodo di conservazione che sfrutta pressioni elevatissime al posto del calore per allungare fino a 70 giorni la durata a scaffale del prodotto. E poi c’è anche la leva dell’e-commerce attraverso cui spingerà le vendite italiane e dove già ora sono commercializzati prodotti non sono disponibili nella grande distribuzione.
Questi investimenti, tuttavia, si inseriscono in un contesto particolarmente sfidante per il comparto, che in questi mesi fa i conti coi rincari dell’olio d’oliva: “Obiettivamente molte voci dei nostri costi si stanno abbassando – ha spiegato la vicepresidente – ma sfortunatamente c’è un fattore che per noi è molto importante, l’olio d’oliva, che ha subito aumenti dell’80%, calcolate che è il secondo ingrediente dopo la materia prima quindi quest’anno sarà ancora un anno di tensioni per noi”. Oltretutto se in Spagna il mercato del tonno sott’olio si divide a metà tra olio di semi e olio d’oliva, in Italia questo rapporto è 10% a 90%. Per questo Consorcio ha deciso lavorare sulla riduzione delle quantità ma solo dell’olio: “Non possiamo e non vogliamo rinunciare alla qualità dei nostri prodotti – ha assicurato De Stefano – quindi l’azione che facciamo è quella di una sgrammatura che lascia inalterato il contenuto del prodotto mentre viene ridotta la quantità di liquido di governo, l’olio, che peraltro due consumatori su tre ci dicono che buttano quando aprono le confezioni. Diciamo che una spinta inflattiva così forte ci ha permesso anche di creare un modello di business più sostenibile ed evitare gli sprechi”.
Consorcio in Italia è la terza marca del segmento premium che comprende i tranci di tonno in latta, dove sono leader col 40% di quota a valore, i filetti i vetro – “La nostra performance è superiore al mercato” ha evidenziato De Stefano – e le acciughe del Cantabrico per le quali “siamo unici player”. Per ora il 90% della distribuzione avviene attraverso la grande distribuzione ma in questo percorso di crescita da qui ai prossimi cinque anni non escludono di sondare le potenzialità del fuori casa.