Turi (Odcec Napoli): “275 mila aziende coinvolte nel settore, occorre migliorare offerta”
Tuccillo (FNC Ricerca): “Arte Bonus è un’opportunità da non perdere”
“La Cultura è un grande fattore di sviluppo socio economico e questo è ancora più vero nei nostri territori e nella città di Napoli dove baciati dalla storia ereditiamo un grande patrimonio artistico culturale che è il frutto di tutte quelle civiltà che si sono sovrapposte.
Dobbiamo essere all’altezza di questo patrimonio e dobbiamo farlo diventare una grande occasione di sviluppo. Sono tantissimi gli investimenti che stiamo facendo, con i nostri uffici abbiamo calcolato una cifra di 800 milioni di investimenti che sono attivi in Campania nel settore della cultura, affinché si possa generare lavoro, competenze intellettuali e prospettive per le nuove generazioni”.
Lo ha dichiarato Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura intervenuto al convegno “L’economia della cultura come fattore di sviluppo”, che si è svolto la sala conferenze di Palazzo Fuga Real Albergo dei Poveri a Napoli, organizzato dalla Fondazione Nazionale Ricerca dei Commercialisti in collaborazione con il Cndcec, patrocinato da ministero dell’Economia e delle Finanze, ministero della Cultura, Federculture e Comune di Napoli.
Secondo Eraldo Turi, presidente dell’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Napoli “Il valore della Cultura in Italia è enorme, i tanti musei e pinacoteche che arricchiscono il territorio danno il senso di quanto sia inestimabile il nostro patrimonio culturale.
L’economia della cultura ammonta a circa 95,5 miliardi di valore aggiunto l’anno, con l’indotto si riesce a sviluppare un importo aggiuntivo di circa 280 miliardi che rappresenta circa il 16 per cento del Pil. Abbiamo oltre 275 mila aziende che lavorano nella cultura e molto si può ancora fare per garantire al settore l’opportunità di consolidarsi e migliorare la qualità dell’offerta”.
L’obiettivo da raggiungere per Antonio Tuccillo, numero uno della FNC Ricerca è di “Sensibilizzare le aziende che possono contribuire alla spesa pubblica nei beni culturali. In questi anni con l’Arte Bonus abbiamo avuto uno strumento importante di natura anche fiscale che ha consentito alle aziende di avere un credito d’imposta e quindi investire in ristrutturazioni.
La filiera della cultura ha un Pil molto elevato, il nostro Paese si regge in buona parte sul turismo e sulle visite dei beni culturali quindi sensibilizzare gli imprenditori a ristrutturare e investire utilizzando il Bonus è un’opportunità da non perdere”.
Una strada da perseguire per lo sviluppo culturale è indicata da Umberto Croppi, direttore Federculture che sostiene, per il quale “La voce da rivalutare è quella dell’artigianato di eccellenza che è anch’esso cultura. Come l’artigianato orafo che si tramanda dal 1200, i ceramisti, i liutai tante arti che vanno riportate in vita perché si stanno perdendo nel tempo.
In Campania abbiamo una disoccupazione giovanile elevata al 40 per cento e quella femminile raggiunge il 60 per cento, rivalutando le nostre antiche arti possiamo dare loro un futuro dignitoso”.
Per Gianni Lepre, presidente della commissione “Economia della Cultura” del Consiglio nazionale dei commercialisti “La Cultura per il nostro Paese rappresenta una leva di sviluppo riconosciuta in ogni occasione ma questa consapevolezza si deve tradurre in fatti che favoriscono le attività culturali che sono le più disparate.
Pertanto va misurate sia la portata dell’intervento economico diretto che questa imprenditorialità produce sia tutto l’indotto che non è solo del turismo ma è un indotto che incide sull’immagine del nostro Paese e su tutta la su attività di produzione oltre a un fattore di crescita sociale fondamentale”.
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