A Nicosia la prima vista di un Presicdente italiano della Repubblica: “colmo una lacuna”
Nicosia, 26 feb. (askanews) – Occorre arrivare “a un cessate il fuoco” per evitare “i rischi di ampliamento di questo drammatico conflitto e di ulteriori tensioni di quella regione, che rischia di far esplodere altri problemi di alta gravità”. Sergio Mattarella rinnova l’allarme per la situazione in Medio Oriente eper la minaccia alla libertà e alla stabilità del Mediterraneo Orientale. Il Presidente della Repubblica ne parla con il suo omologo cipriota Nikos Christodoulides nel corso della prima visita di un capo di Stato nel paese che si trova drammaticamente vicino al conflitto mediorientale.
Mattarella è a Nicosia anche per colmare “un ritardo e una lacuna, considerata la comune appartenenza all’Unione Europea e le nostre eccellenti relazioni bilaterali”. E sottolinea come i rapporti con Cipro e con il suo presidente fautore di una nuova stagione di dialogo con la Turchia siano un punto di forza del ruolo che l’Unione europea può svolgere per ridurre le crisi “inimmaginabili” che la stanno attraversando. “Dall’aggressione russa all’Ucraina, allo scellerato attacco dei terroristi di Hamas, con le sue drammatiche conseguenze in termini umanitari, con l’inaccettabile morte di tanti innocenti in Israele e nella striscia di Gaza – denuncia il capo dello Stato – alla spirale di instabilità che sta colpendo tanta parte del continente africano. Tutto questo ci induce a rafforzare il nostro impegno per un ruolo sempre più profilato dell’Unione Europea, indispensabile strumento per la difesa dei diritti umani e della pace”.
“Sono d’accordo con il Presidente Mattarella che l’Ue deve avere un ruolo più protagonista sia per gli aiuti umanitari ma anche per l’avvio del processo di pace”, dice Christodoulides definendo “storica” la visita del Presidente italiano e sottolineando anche la “popolarità” e l’esperienza.
Ora l’attenzione va posta anche alle limitazioni che le tensioni in questa area del Mediterraneo possono produrre anche alla libertà di navigazione con le conseguenze sugli scambi commerciali. Vedi gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso. Mattarella ha ben presente il ruolo che può giocare Cipro in questo delicato scacchiere: paese “particolarmente esposto, per la sua collocazione geografica” e che dunque svolge “un prezioso compito”. “La Repubblica di Cipro si trova a svolgere un ruolo fondamentale – dice -, proponendosi come hub a garanzia della sicurezza energetica dell’Unione. La sicurezza energetica futura dell’intera Ue passa, in questo senso, anche dall’Isola e le sue risorse possono costituire un veicolo di incontro e concordia con i Paesi del Mediterraneo Orientale, invece che di competizione e scontro. Ne abbiamo bisogno”.
Mattarella domani sarà al Quartier generale della forza delle Nazioni unite per il mantenimento della pace a Cipro e quindi al Comitato per le persone scomparse. Un segno di attenzione e un incoraggiamento allo sforzo cipriota di avviare una riconciliazione con la Turchia rispetto alle zone occupate dopo il conflitto del 1974. “In un mondo frantumato da tensioni, conflitti e diseguaglianze, le ragioni della solidarietà, della comprensione reciproca, della cooperazione devono prevalere sulle ragioni dell’odio e della guerra. Ne va della nostra autentica condizione umana”, ha ammonito il capo dello Stato esprimendo “apprezzamento e ammirazione il Suo personale impegno per la ripresa del colloquio fra le due Comunità dell’Isola e per richiamare a uno sforzo comune tutti gli attori coinvolti nella ricerca di una soluzione definitiva della questione cipriota, nel quadro delle Nazioni Unite e con il contributo dell’Unione Europea”.
Con Cipro non condividiamo solo il desiderio di lavorare per la pace ma anche la politica per le migrazioni: paese di primo approdo come l’Italia, Cipro chiede maggiore solidarietà all’Unione europea dovendo fronteggiare una quantità di profughi che è la più alta in rapporto alla popolazione. Per questo Mattarella rinnova l’appello all’Ue: “è urgentissimo definire il nuovo patto immigrazione e asilo, bisogna farlo presto e metterlo in atto, stringere intese con i paesi di origine e transito per un miglioramento lì delle condizioni”. Il capo dello Stato cita a proposito il piano Mattei “lanciato dall’Italia per collaborare con i paesi del continente africano e che deve coinvolgere l’intera Europa”.