Landini: risposte non all’altezza, avanti con la mobilitazione

Roma, 26 feb. (askanews) – Il leader della Cgil, Maurizio Landini, giudica “totalmente inadeguato” il metodo di confronto tra Governo e sindacati sulla sicurezza sul lavoro. Il numero uno della confederazione al tavolo ha chiesto di “avviare una vera trattativa per realizzare un piano nazionale di prevenzione e protezione della salute e sicurezza”. “Un incontro positivo e apprezzabile,in cui il Governo ha illustrato alcuni elementi che caratterizzeranno il prossimo decreto sicurezza aprendo al contributo del sindacato per miglioramenti e integrazioni” ha, invece detto al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sulla sicurezza il leader Cisl, Luigi Sbarra. “In particolare il ministro Calderone ha preannunciato la volontà di rafforzare controlli, ispezioni, assunzioni, sanzioni e investimenti. Sono misure in parte condivisibili, che rispondono ad alcune priorità avanzate dalla Cisl, ma che per essere davvero efficaci devono essere collegate a una complessiva e concertata strategia nazionale. Aspettiamo di conoscere nel merito i contenuti del decreto per una valutazione completa. Bisogna dare continuità al confronto, renderlo strutturale, costante, per costruire insieme una controffensiva partecipata contro le morti sul lavoro, gli infortuni e le malattie professionali. Pensiamo a un vero e proprio patto che unisca Governo, sindacati e imprese per porre fine a una strage silenziosa che porta via oltre mille vittime ogni anno creando decine di migliaia di infortuni. La Cisl ha indicato la via di un decalogo con cui qualificare questo accordo”. Secondo Sbarra “vanno rafforzati controlli e ispezioni sui luoghi di lavoro. Bisogna assumere più ispettori, medici del lavoro e tecnici della prevenzione, puntare sulla qualità delle imprese con una patente a punti che stabilisca un rating sociale collegato alle gare pubbliche. Occorre estendere regole e procedure del codice degli appalti pubblici anche ai grandi cantieri privati”. Il numero uno della Cisl ha aggiunto che “c’è da fare uno sforzo condiviso sul piano formativo, promuovere ad ogni livello cultura della sicurezza e della legalità, nella consapevolezza che un’azienda più sicura è anche una realtà più innovativa e competitiva. Per questo va fatto un grande investimento sulla prevenzione, le competenze e la comunicazione, anche istituendo la materia nelle scuole dell’obbligo. Secondo la Cisl è poi necessario far evolvere le relazioni industriali in senso partecipativo dando ai delegati della sicurezza maggiori poteri decisionali e di controllo nelle aziende. Il tema delle risorse non può essere un freno: si cominci a usare la totalità dell’avanzo Inail, circa 3 miliardi l’anno che vengono ancora troppo dirottati sulla contabilità generale a copertura del debito pubblico. Non va bene: sono soldi di imprese e lavoratori, lì devono tornare, con progetti coerenti e innalzamento delle rendite delle famiglie colpite”. Al Governo “chiediamo di dare concretezza e profondità a queste proposte dentro un metodo decisionale compartecipato, fondato su una corresponsabilità che impegni ogni parte a comportamenti conseguenti – ha concluso – la Cisl prosegue la sua mobilitazione nazionale avviata giorni fa programmando assemblee nei luoghi di lavoro ed iniziative sindacali nel territorio per un forte ed efficace discussione e sensibilizzazione su questi temi”. Sulla sicurezza sul lavoro dal Governo sono arrivare “risposte non all’altezza” della gravità della situazione e la Cgil “ha intenzione di proseguire la mobilitazione con tutte le forme possibili” ha detto il segretario generale Maurizio Landini al termine dell’incontro a Palazzo Chigi. Alcune delle proposte avanzate dal sindacato e che non hanno trovato riscontro nelle risposte del Governo “non costano – ha poi detto Landini – l’incontro non è stato all’altezza dei bisogni che abbiamo. Per il metodo perché essere convocati alle 8.30 quando hanno il consiglio dei ministri alle 15.30 e ci consegnano un testo dopo un’ora che è iniziato il confronto, dà l’idea non c’è una grande volontà di trovare degli accordi con i sindacati. Poi ci sono cose che non costano, che non fanno e che continuano a non fare”, Landini ha ribadito la richiesta di “ripristinare la parità di trattamento, economico e normativo, per tutti i lavoratori di tutta la filiera degli appalti. Viene lasciata la giungla del subappalto, su questo nessuna risposta. La patente a punti la chiediamo per tutti i settori, il Governo dice che la fa per i cantieri mobili, cioé il 95% degli edili”. Nessuna risposta, ha aggiunto, neanche sull’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. “Per il Governo – ha concluso il numero uno della Cgil – deve continuare quel modello folle fatto di appalti e subappalti a cascata e di non rispetto delle norme di legge. Siamo molto lontani dalla sensibilità che ci vorrebbe nei confronti dei lavoratori. Così non va bene”.

“C’è un problema di metodo. Lei dice che oggi ci illustrerà delle proposte che saranno decise nel consiglio dei ministri delle 15.30. Come al solito, però, l’illustrazione è orale. Non abbiamo un testo del documento. Cgil, Cisl e Uil hanno presentato una piattaforma unitaria da circa un anno e mezzo, ma non discutono con il ministro del Lavoro su questo tema da luglio dello scorso anno”. E’ quanto avrebbe detto, secondo quanto si apprende, il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, nel corso del tavolo a Palazzo Chigi sulla sicurezza sul lavoro rivolgendosi al sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *