A da parte delle autorità che vigilano sulle stesse

Roma, 26 feb. (askanews) – Sull’intelligenza artificiale, per le banche e per le istituzioni che svolgono l’attività di vigilanza sulle stesse “il tema non è più se utilizzarla o meno, ma piuttosto come possa esserlo in maniera efficace e responsabile”. Lo sostiene Elizabeth McCaul, l’esponente “americana” del ramo di vigilanza bancaria della Bce, in una intervista alla rivista specialistica Revue Banque.

Una intervista che è quasi un monologo, dato che ci sono solo due domande sullo stesso argomento: l’IA. Secondo McCaul “può analizzare enormi quantità di dati velocemente e efficacemente, migliorare l’identificazione dei rischi individuando le tendenze dei dati, supportare i processi decisionali e automatizzare i compiti ripetitivi: tutti elementi che possono migliorare il lavoro delle autorità di vigilanza”.

Al tempo stesso l’IA presenta dei rischi “che non sono ancora pienamente capiti”. E “le banche fronteggiano lo stesso dilemma. l’IA può migliorare l’esperienza che offrono ai consumatori, migliorare la loro potenziale efficienza e rafforzare i processi di gestione del rischio. Ma mentre cercano di fare leva sulla capacità dell’IA, ci sono sfide e rischi, come nella governance per esempio sulla confidenzialità e l’affidabilità dei dati, sui modelli di gestione e i rischi di contabilità”.

Per questo secondo l’esponente della Vigilanza bancaria Ue “dobbiamo adottare un approccio a prova di futuro per capire utilizzare l’IA. Dovremmo usarla per migliorare le nostre capacità di vigilanza e ottenere maggiori capacità di individuare i rischi che fronteggiano le banche vigilante, mentre la utilizzano”.

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