Ma si conferma “falco” su tassi Bce: persistono rischi e pressioni
Roma, 23 feb. (askanews) – Nelle fasi più recenti l’Italia ha mostrato di disporre di “una crescita economica relativamente solida” mentre al tempo stesso il processo disinflazionisto si è mosso in maniera “più rapida” rispetto alla media dell’area euro. I differenziali (spread) sui rendimenti dei sui titoli di Stato “sono a un livello moderato, ma persistono vulnerabilità a livello di conti pubblici”. Sono alcuni dei messaggi chiave sulla Penisola illustrati da Isabel Schnabel, componente del comitato esecutivo della Bce durante un intervento all’università Bocconi, a Milano.
Secondo Schnabel “in Italia la perdita di produttività dal 1990 è in parte dovuta all’alta quota di piccole imprese”. E nelle slide del suo intervento, diffuse dall’istituzione, ha anche citato il livello sostenuto di investimenti pubblici e privati favorito anche dal Pnrr.
Nell’area euro sono stati fatti molti progressi sul processo di disinflazione, ha poi rilevato, ma l’ultimo miglio del ritorno ai livelli obiettivo si conferma “difficile” e la forte crescita dei salari in un quadro di produttività in calo “crea pressione rialzo sui costi del lavoro unitari”. Gli ampi margini che molte imprese hanno a disposizione sui loro profitti dovrebbero consentire di assorbire i rialzi dei costi del lavoro “ma permangono rischi”. E “ancorare le aspettative di inflazione è cruciale per mantenere la stabilità dei prezzi”, ha detto l’economista tedesca sul se si possa dichiarare vinta la lotta all’inflazione.
E per Schnabel, considerata una degli esponenti più intransigenti sulla linea monetaria, ovviamente la risposta è no. Ma non ha mancato di riconoscere i progressi compiuti. Nell’area euro le pressioni dovute allo shock dei prezzi dell’energia e dalle catene di appprovvigionamento sono svaniti, mentre l’inflazione sui beni sta caLAndo rapidamente laddove sui servizi “si dimostra più persistente”.
L’ultimo miglio per riportare l’inflazione al livello obiettivo “risulta più difficile”. La trasmissione della politica monetaria si sta dimostrando “forte” in termini di aumento dei costi di finanziamento e di calo sul livello di erogazione di credito bancario. Il rallentamento dell’immobiliare mostra una dinamica differenziata tra paesi. Schnabel ha spiegato che la politica monetaria sta lavorando creando un freno alla crescita della domanda aggregata. Ma la resilienza dei mercati del lavoro ha un effetto indebolente sulla trasmissione monetaria mentre persistono penurie di persone disponibili a occupare i posti di lavoro vacanti.