Rapporto Censis-Confcooperative, calo produttivo medio dell’1,5%

Roma, 20 feb. (askanews) – E’ l’agricoltura è il settore più colpito dalle conseguenze dei cambiamenti climatici: solo nel 2022 l’andamento dell’economia agricola italiana ha registrato un calo della produzione dell’1,5%, pari a circa 900 milioni di euro. E’ quanto emerso oggi dal Focus Censis Confcooperative “Disastri e climate change conto salato per l’Italia” che certifica come negli ultimi 40 anni 1/3 del valore dei danni provocati da eventi estremi nella Ue sia stato “pagato” dall’Italia. E, nel contesto italiano, a farne le spese sia stato soprattutto il settore primario.

Buona parte del risultato negativo, si legge nel focus, è da imputare alla diffusa siccità e alla carenza di precipitazioni, tanto che il 2022 è considerato per l’Italia l’anno più caldo di sempre, nonchè quello meno piovoso dal 1961, con una temperatura media che ha superato di 0,58°C il precedente record assoluto del 2018 e di 1,0°C il valore del precedente anno 2021, secondo il rapporto annuale “Clima in Italia nel 2022” di Ispra e Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente.

Quasi tutte le tipologie di coltivazioni hanno subito un duro contraccolpo: la produzione di legumi ha visto un calo del 17,5%, l’olio di oliva del 14,6%, i cereali del 13,2%. In flessione anche ortaggi (-3,2%), piante industriali (-1,4%) e vino (-0,8%). Il comparto zootecnico ha subito una riduzione della produzione pari allo 0,6%.

Dal punto di vista territoriale, la flessione del volume di produzione ha avuto una maggiore incidenza nel Nord Ovest (-3,5%) e nel Sud (-3,0%), mentre al Centro non si è registrata alcuna variazione. Se si guarda al valore aggiunto, la tendenza negativa appare particolarmente evidente nel nord Ovest con un -7,6%. Al Sud il valore aggiunto si riduce del 2,9%.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *