Focus su Uruguay, Argentina e Stati Uniti
Roma, 20 feb. (askanews) – Un progetto sulla cultura lucana nel mondo. E’ Basilicatë, scritto così al plurale con la dieresi sull’ultima lettera, per esprimere le variazioni che si producono nella tradizione culturale ad opera dei migranti. Non solo una Basilicata, dunque, ma tante quante sono le forme con cui viene celebrata nel mondo. Il progetto, presentato questa mattina in una conferenza stampa, documenta l’integrazione della cultura lucana nei paesi che hanno accolto gli emigrati lucani oltreoceano, con un focus su Uruguay, Argentina e Stati Uniti. Il processo di ricerca prevede una serie di attività performative e di dialogo costruite su quattro temi che descrivono le caratteristiche della cultura lucana all’estero: il linguaggio, la cucina e la gestualità, gli spazi domestici e i riti religiosi nello spazio pubblico e si avvale della collaborazione delle comunità lucane di New York, Buenos Aires e Montevideo. Basilicatë è realizzato dalla Federazione dei circoli e delle associazioni dei lucani in Piemonte, promosso e finanziato dalla Regione Basilicata con il Fondo per lo Sviluppo e coesione, con il coordinamento scientifico del Centro dei Lucani nel Mondo Nino Calice e l’ausilio di realtà lucane d’eccellenza sul piano della ricerca, delle relazioni internazionali e della comunicazione.
Una mostra itinerante toccherà da agosto a novembre New York, Buenos Aires,Montevideo e Torino e sarà il modo per aprire i documenti prodotti al più ampio pubblico possibile prima che vengano acquisiti dal Centro dei Lucani nel Mondo Nino Calice, dove costituirà parte del percorso del Museo dell’Emigrazione Lucana di Lagopesole. E a Lagopesole l’11 e 12 aprile si terrà un incontro internazionale con tutti i rappresentanti delle comunità e i direttori dei musei coinvolti.
Alla conferenza è intervenuto il presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala. “Un popolo che non conosce la propria storia – ha detto – è un popolo che non ha futuro. Perciò abbiamo accolto con grande entusiasmo questa iniziativa, collegandola alla rete internazionale di comunità lucane nel mondo, molte delle quali sono particolarmente attive nella diffusione della cultura e dei valori della Basilicata. Parliamo di oltre 140 associazioni di lucani diffuse nei cinque continenti – ha ricordato Cicala – che esprimono e che conservano valori ben ancorati”.
“La lucanità è un valore – ha rimarcato il capo di gabinetto del presidente della Giunta Michele Busciolano, attuale dirigente dell’Ufficio sistemi culturale – che questo progetto riesce ad esaltare. I lucani, dovunque sono andati, sono riusciti a distinguersi per l’impegno e la tenacia, proprio per quei valori che sono parte integrante della nostra cultura”.
Basilicatë è promosso dalla Federazione dei Circoli e delle Associazioni dei lucani in Piemonte, che vanta un’attività ventennale e una fortissima partecipazione di comunità. “Vivo in Piemonte da 54 anni” – ha affermato il presidente Rocco Sabia. “Ho iniziato a lavorare come operaio e concluso la mia carriera come dirigente d’azienda. Non ho mai, però, dimenticato la nostra Lucania. Ringrazio la Regione per averci affidato questo progetto, che ci fa conoscere in tutto il mondo. Per me è un motivo di orgoglio personale”.
Per Mimì Coviello, coordinatrice del Comitato scientifico del Centro dei Lucani nel Mondo Nino Calice, “la forza di questo progetto è nella costruzione di legami e di relazioni. Lo scopo è proprio comprendere come mantenere questo legame con le radici che va alimentato con un nuovo approccio e nuovi linguaggi per poter consentire alle nuove generazioni di capire le loro radici e di saperle custodire con cura. Nel corso di questo anno di lavoro e di collaborazione stretta tra la Federazione e il Centro dei Lucani nel Mondo Nino Calice, le relazioni – ha continuato – si sono intensificate, nuove ne sono state costruite. Il progetto è partito a novembre con un viaggio di presentazione del progetto e delle finalità di questo alle comunità, alle istituzioni e ai partners, sta continuando proprio in questi giorni con laboratori a New York, a Buenos Aires e Montevideo. Si concluderà a Genova, al museo dell’emigrazione a ottobre 2024 con la presentazione di una pubblicazione che sta già raccogliendo contributi di grande spessore”.